Il rilancio dell'industria dell'accoglienza in Ungheria. A Budapest, nel mese di giugno, i visitatori stranieri hanno sestuplicato le notti in hotel e altri alloggi
Basso numero di infezioni, meno di 75 casi Covid per 100.000 abitanti, quasi nessuna restrizione e panorami suggestivi.
Sono i fattori alla base del rilancio dell'industria dell'accoglienza in Ungheria.
A favorire la ripresa anche la campagna di vaccinazione. Sulla base dei dati forniti dall'ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, il tasso medio di persone completamente vaccinate per Paese, inserito nella lista verde dei 'virtuosi', è di circa il 50 percento, con l'Ungheria al primo posto (64,8 per cento), seguita da Austria (63,1 per cento), Germania (62,6 per cento), Repubblica Ceca (55,6 per cento) e così via.
I dati ufficiali sul turismo, resi pubblici dal governo, rivelano che nel mese di giugno i visitatori stranieri hanno sestuplicato le notti in hotel e altri alloggi di Budapest, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Il quartiere del castello, praticamente deserto nel 2020, è ora quasi tornato alla normalità, ospitando di nuovo turisti da ogni angolo del mondo.
Ma nonostante l'ottima performance, l'industria del turismo a Budapest è ancora in calo del 20% rispetto al 2019.
Secondo Csaba Faix, CEO, Budapest Brand, le difficoltà sono legate alle "regole che definiscono chi può viaggiare e in che modo: quelle regole sono state decise e comunicate tardi. Così come il passaporto EU Covid, che ha reso possibile spostarsi e poi tornare a casa. Ma Budapest ha così tante attrazioni e cose eccitanti da scoprire che, nonostante queste circostanze complicate, i turisti hanno iniziato a venire".
Una boccata d'ossigeno considerato che con la crisi Covid molti operatori turistici ungheresi e numerosi lavoratori dell'indotto - dagli eventi alla ristorazione, su tutti - hanno perso il lavoro nell'ultimo anno e mezzo.