Russia, raid poliziesco in casa di un reporter: aveva indagato sull'avvelenamento di Navalny

un manifestante tiene un ritratto di Anna Politkovskaya durante una manifestazione non autorizzata del 2006 per commemorare i giornalisti uccisi in Russia
un manifestante tiene un ritratto di Anna Politkovskaya durante una manifestazione non autorizzata del 2006 per commemorare i giornalisti uccisi in Russia Diritti d'autore MISHA JAPARIDZE/AP2006
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Di Euronews Agenzie:  AP
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L'uomo era stato designato dalle forze di sicurezza come "agente straniero". Aveva indagato sull'avvelenamento di Navalny

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La polizia russa ha fatto irruzione nella casa del caporedattore di un media investigativo che è stato recentemente designato dalle forze di sicurezza come "agente straniero", dicitura che rappresenta  l'ultimo passo delle autorità per aumentare la pressione sugli organi d'informazione indipendenti prima delle elezioni parlamentari di settembre.

"La polizia sta bussando" ha twittato mercoledì mattina Roman Dobrokhotov, caporedattore del sito web The Insider, mentre si trovava nel suo appartamento. "Sembra si tratti di un raid", ha detto.

OVD-Info, un gruppo di assistenza legale che monitora gli arresti politici, ha affermato che la moglie di Dobrokhotov ha chiamato la linea d'emergenza del gruppo e ha riferito di un raid della polizia prima che la sua utenza telefonica diventasse irragiungibile.

Un avvocato di un altro gruppo di assistenza legale, Pravozashchita Otkrytki, si è diretto all'appartamento di Dobrokhotov. Il gruppo ha riferito che la polizia ha sequestrato cellulari, laptop e tablet durante il raid, così come il passaporto internazionale di Dobrokhotov. 

Sergei Yezhov, un giornalista di The Insider, ha affermato che Dobrokhotov avrebbe dovuto lasciare la Russia mercoledì.

La polizia ha anche fatto irruzione nella casa dei genitori di Dobrokhotov, ha riferito The Insider. Dopo le perquisizioni, il giornalista stato portato in un distretto di polizia per essere interrogato.

In una dichiarazione, Marie Struthers di Amnesty International ha definito i raid "un palese tentativo di intimidire un giornalista che ha chiarito la sua intenzione di non essere messo a tacere dalla designazione della sua pubblicazione come 'agente straniero'".

Ha aggiunto che “le autorità russe devono porre fine alle molestie nei confronti di Roman Dobrokhotov, rimuovere l'etichetta di 'agente straniero' dalla sua pubblicazione, The Insider, e fermare la caccia alle streghe contro giornalisti, gruppi della società civile e difensori dei diritti umani che sfidano il governo repressivo di Vladimir Putin. Devono anche depenalizzare la diffamazione e smettere di usare procedimenti penali contro i loro critici”.

I sostenitori dell'opposizione russa, i giornalisti indipendenti e gli attivisti per i diritti umani si trovano ad affrontare una maggiore pressione del governo in vista del voto di settembre, considerato un passaggio fondamentale negli sforzi del presidente Vladimir Putin per cementare il suo governo prima delle presidenziali del 2024.

Il leader russo di 68 anni, che è al potere da più di due decenni, lo scorso anno ha approvato modifiche costituzionali che gli avrebbero potenzialmente permesso di mantenere il potere fino al 2036.

Dal suo primo insediamento nel maggio 2000, il presidente Putin ha incessantemente ridotto la libertà di stampa. Nel 2006, una giornalista di alto profilo e critica di Putin, Anna Politkovskaya, è stata assassinata nella sua residenza. Reporters sans frontières ha classificato la Russia 150esima nel World Press Freedom Index 2021 per via del suo "apparato repressivo".

Negli ultimi mesi, il governo ha designato diversi giornalisti e media indipendenti come "agenti stranieri", un'etichetta che implica un ulteriore controllo del governo e ha forti connotazioni peggiorative che potrebbero screditarne i destinatari.

Tra le testate prese di mira ci sono il VTimes e Meduza. VTimes ha successivamente chiuso, adducendo come motivazione la perdita di inserzionisti, e Meduza ha lanciato una campagna di crowdfunding dopo aver riscontrato lo stesso problema.

The Insider, che è registrato in Lettonia e ha pubblicato indagini su presunti casi di corruzione e abuso da parte di funzionari russi, presunte azioni segrete russe in Ucraina e Siria e avvelenamento del leader dell'opposizione russa Alexei Navalny, è soltanto l'ultimo aggiunto alla lista.

Il Ministero della Giustizia ha agito in base a una legge che viene utilizzata per designare come agenti stranieri organizzazioni non governative, media e individui che ricevono finanziamenti esteri e si impegnano in attività vagamente descritte come politiche.

Nei commenti ai media, Dobrokhotov ha affermato che The Insider continuerà a lavorare come al solito, in conformità con le leggi lettoni, e non si conformerà ai requisiti della legge sugli agenti stranieri.

La Russia ha inoltre usato la legge per imporre pesanti multe all'emittente finanziata dagli Stati Uniti Radio Free Europe/Radio Liberty accusata di non aver identificato il suo materiale come prodotto da agenti stranieri. L'emittente ha chiesto l'intervento della Corte europea dei diritti dell'uomo.

Secondo The Insider, il raid potrebbe essere collegato a un caso di diffamazione avviato ad aprile, quando la testata avevaaccusato Max van der Werff, un giornalista olandese, di collaborare con i servizi segreti e militari russi per diffondere informazioni false, contestando i risultati dell'indagine ufficiale sull'abbattimento del volo 17 della Malaysia Airlines sull'Ucraina orientale.

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