Non solo Palma d'Oro: la Quinzaine di Carrère e italiani

All'ombra della Palma d'Oro che Nanni Moretti torna a inseguire a vent'anni dalla "Stanza del figlio", la Croisette parla italiano anche nelle sezioni collaterali. Ben quattro i prodotti nostrani che al festival di Cannes affollano la Quinzaine de réalisateurs: una fama di selezione per intenditori, ma anche un trampolino per talenti del calibro di Francis Ford Coppola, Ken Loach e Jim Jarmush.
"È una selezione che dalla sua nascita prova a valorizzare delle visioni particolari, spesso in rottura con i codici tradizionali - spiega il delegato generale, l'italiano Paolo Moretti -. Alla Quinzaine des réalisateurs proviamo a restare fedeli a questo concetto. Ogni anno, cerchiamo quindi di regalare a questa nostra missione originaria un nuovo senso e una nuova complementarità con il resto del programma".
Premio a Wiseman: il sociologo del documentario americano
In linea con questa missione, la Quinzaine ha aperto quest'anno i battenti con l'attribuzione a Frederick Wiseman della Carosse d'Or. Il tradizionale riconoscimento della società registi francesi premia l'esplorazione artistica e sociologica, che da mezzo secolo accompagna l'opera del decano americano del documentario. Ultimo suo lavoro: un viaggio nel cuore del Midwest dal titolo Monrovia, Indiana.
"Lavoro in grande isolamento. Non frequento molto il mondo del cinema - racconta Frederick Wiseman -. Mi fa quindi piacere che il mio lavoro venga riconosciuto da parte di persone che ne colgono il senso. Sono quindi molto contento. Questo premio è un immenso onore per me. Un coronamento del lavoro svolto negli ultimi 50 anni".
**Applausi in apertura per la terza volta di Emmanuel Carrère **
Come sempre con la consegna del premio, negli ultimi anni andato a registi come John Carpenter, Martin Scorsese e Werner Herzog, ha preso il via anche la maratona delle proiezioni. A strappare subito applausi, la terza prova in regia dello scrittore francese Emmanuel Carrère. Fedele al mix tra finzione e documentario, l'autore de L'avversario e Vite che non sono la mia, ha convinto con Ouistreham: libero adattamento dell'immersione della giornalista Florence Aubenas nel mondo della disoccupazione e della precarità, affidato a Juliette Binoche e a un cast di attori non professionisti.
Da tenere d'occhio fra gli italiani, anche "Futura": il viaggio, in documentario, di Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Francesco Munzi, alla scoperta del domani, visto dai giovani d'oggi.