Tra i profughi di Şuşa. Migliaia di armeni cacciati dal Nagorno Karabakh

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Come vivono a Yerevan gli armeni cacciati dal Nagorno Karabakh

Şuşa è una città dell'Azerbaijan, ma fino al settembre del 2020 era controllata dalla autoproclamata Repubblica armena del Nagorno Karabakh e contava quindicimila abitanti. Ora, dopo le bombe azere e turche e una sanguinosa battaglia, sono rimasti solo in quattromila. Gli altri, armeni come questa donna, sono stati costretti a scappare. "Siamo in lista per un appartamento a Stepanekert, ma avrei voluto restare a Susa. Sarebbe un miracolo, ma non credo ai miracoli", dice.

Per gli sfollati di Şuşa le giornate sono lunghe, specialmente quando tocca passarle negli spazi ristretti di questo centro giovanile, aperto subito dopo la fine del conflitto. "Qui ci sono più di 300 bambini, e a loro si uniscono i bambini di Yerevan. Crescono e si divertono insieme. Molti vivevano nel Karabakh, e per loro organizzeremo campi estivi centrati sullo specifico della cultura armena".

Il timore degli armeni infatti è di vedere disperdersi il bagaglio della loro identità: una eventualità vissuta con ancora più sofferenza di quella causata dalla riconquista azera, con l'aiuto turco, delle zone contese. Molti dicono di stare appena sopravvivendo ai tanti disagi, e di non avere più forze per ricominciare. "Ma non riusciamo a dimenticare", ribadisce questa donna.

Tra i tanti profughi in fuga dal Karabakh durante la guerra, alcune migliaia sono ancora in Armenia e sperano di poter tornare alle loro case. Alcuni politici qui ostentano grande fiducia nella possibilità di reclamare Şuşa per via diplomatica, ma l'Azerbaigian ormai controlla pienamente la città.

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