I 120 anni della Fiom, Landini: "c'è bisogno di cambiare, ripensiamo il sindacato"

Milano, giugno 2019: Marco Bentivogli e Maurizio Landini parlano a una manifestazione
Milano, giugno 2019: Marco Bentivogli e Maurizio Landini parlano a una manifestazione Diritti d'autore Luca Bruno/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved
Di Euronews Agenzie:  ANSA
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Per il 26 giugno, le tre principali forze sindacali annunciano una manifestazione in tre piazze. Landini "serve un soggetto unitario"

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Mentre in Italia si fa sempre più serrata la polemica tra capitale e lavoro - con gli imprenditori che sempre più spesso imputano la carenza di stagionali all'eccessivo assistenzialismo statale, e i lavoratori che a loro volta li accusano di cercare soltanto altra "carne da macello da sfruttare" - i sindacati serrano le file annunciando l'imminente ritorno nelle piazze italiane, per indicare "la strada d'uscita dalla pandemia".

Cgil, Cisl e Uil  saranno in tre piazze il prossimo 26 giugni: a Torino, Firenze, Bari, per dire che il movimento sindacale, il movimento dei lavoratori, unitariamente ha idee precise "su come uscire da questa pandemia e come costruire un nuovo Paese che sia fondato sul lavoro e sulla giustizia sociale". 

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, lo sottolinea a margine dell'assemblea che, oggi, nel giorno dell'anniversario, apre le celebrazioni per i 120 anni della Fiom.  

"Con l'iniziativa del 26 giugno - dice - chiediamo al Governo che proroghi il blocco dei licenziamenti e che acceleri al riforma degli ammortizzatori sociali ma non ci limitiamo a questo: chiediamo che si faccia anche la riforma fiscale, che si faccia la riforma delle pensioni, che gli investimenti che si stanno realizzando siano finalizzati a creare lavoro per i giovani, per le donne per il mezzogiorno, e che finalmente si apra una nuova politica industriale che indirizzi e crei filiere produttive e qualità del lavoro".

Sindacati di ieri e di domani

Nel suo discorso di quasi un'ora, alle celebrazioni per i 120 del sindacato metalmeccanici,  Landini parla anche del bisogno di superare le divisioni sindacali, per puntare finalmente verso un nuovo soggetto unitario. 

Il segretario generale prende a esempio proprio la Fiom, "un sindacato - dice - che è stato capace anche di innovare e di dare un contributo anche alla costruzione della storia sindacale nel nostro Paese".

"Se ci ricordiamo - continua - dopo la guerra, per alcuni anni c'è stato un sindacato in Italia: non c'erano più sindacati confederali, ce n'era uno. E il fatto che poi sono nati altri sindacati, in questo caso Cisl e Uil, quindi altri sindacati confederali, non nasce semplicemente per ragioni sindacali, nasce per ragioni politiche". Ragioni che, secondo Landini, riflettevano quella che "era la divisione del mondo, perché in quel momento lì c'era una divisione di un certo tipo. Non a caso, uno degli elementi che portò alla rottura fu anche la proclamazione dello sciopero generale dopo l'attentato a Palmiro Togliatti e prima ancora la strage di Portella delle Ginestre. Altre se ne potrebbero raccontare"

Quindi Landini aggiunge: "Io cosa dico, banalmente: che se uno ci riflette, a proposito di organizzazioni che hanno 120 anni e di organizzazioni che non ci sono più e che sono finite al di là del giudizio che noi possiamo dare, è che di quelle forze politiche che c'erano nei primi anni '50, di quel mondo diviso in quella maniera, oggi non ce ne è più neanche una".

E nel suo lungo intervento sottolinea anche: "C'è un problema he riguarda anche noi, che riguarda la Cgil, che riguarda la Fiom, che riguarda tutta la nostra organizzazione. Noi abbiamo bisogno di cambiare. E deve essere chiaro, non è che noi possiamo insegnare a tutto il mondo come deve cambiare e pensare che noi, così come siamo organizzati e funzioniamo, siamo bravissimi e possiamo durare nel tempo. Abbiamo bisogno di cambiare allargando la nostra rappresentanza, avvicinandoci
ancora di più ai luoghi di lavoro"

Diritti fondamentali

Una prova dunque potrebbe essere proprio la manifestazione del 26.  Al centro, dice Landini, ci saranno anche i temi legati ai diritti fondamentali delle persone:  la conoscenza e quindi la scuola; il diritto ala salute e quindi la sanità pubblica; il diritto ad un lavoro che non sia precario e che permetta di vivere: la necessità che in Italia "si cambino leggi sbagliate approvate in passato", e in Europa si affermi un modello sociale nuovo "e diverso da quello che avevamo prima della pandemia".

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