Il presidente americano Biden ribadisce le trattative con Israele e Hamas per trovare una tregua dopo una settimana di vera e propria guerra, ma anche nella notte scorsa Gaza City è stata colpita da intensi attacchi aerei israeliani
Il cessate il fuoco è ancora lontano.
Ormai la guerra - perchè è cosi che dobbiamo chiamarla - dura ormai da una settimana.
Ancora esplosioni a Gaza City, nella notte tra lunedi e martedì.
Obiettivo: le infrastrutture di Hamas
Gli obiettivi non sono stati confermati, ma l'esercito israeliano punta alle infrastrutture di Hamas, dopo aver distrutto ieri 15 km di tunnel (100 km in totale) e le abitazioni di nove leader del movimento, uccidendo il comandante della Jihad a Gaza, Hisam Abu Harbid.
Telefonata senza esito
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha espresso il suo desiderio, e del mondo intero, di un cessate il fuoco in una telefonata al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: continuano, sottotraccia, i negoziati - caldeggiati dallo stesso Biden . per arrivare in tempi rapidi ad una tregua.
Ma, per il momento, senza esito.
Il presidente americano Biden sostiene il diritto di Israele di difendersi dai razzi "indiscriminatamente" lanciati da Hamas, ma l'invito - finora inascoltato - è di proteggere i civili.
La Casa Bianca, tuttavia, ha chiesto spiegazioni a Tel Aviv sul lancio di razzi che ha colpito il palazzo dei media a Gaza City.
Senza casa, senza più niente
A Gaza, Il bilancio delle vittime sale a 212 tra cui 61 bambini.
10 vittime in Israele, compresi due bambini di 5 e 12 anni.
Con i bombardamenti che continuano, sempre più palestinesi sono rimasti senza casa. Senza acqua e elettricità, alcuni hanno trovato rifugio nelle scuole gestite dalle Nazioni Unite,
Uno dei rifugiati, Khader Soltan:
"Siamo completamente persi, nessuno immaginava che avremmo lasciato le nostre case da vivi. Pensavamo tutti di morire dentro le nostre case".
Civili nel mirino anche in Israele
Anche i residenti di Ashdod, città di 200.000 abitanti nel sud di Israele, sono sulla linea di tiro, in questo caso dei razzi palestinesi.
Shirly vive nell'edificio che è stato colpito:
"Vivo qui, in questa casa. Abbiamo sentito la sirena e siamo scappati sotto per rifugiarci. Mia madre è disabile, ma è riuscita a ripararsi ed è questo che le ha salvato la vita".
L'ultima scintilla
L'ultima scintilla, che ha fatto deflagrare il conflitto, risale al mese scorso con gli sfratti a Sheikh Jarrah, quartiere prevalentemente palestinese a Gerusalemme Est, di quattro famiglie arabe da parte dei coloni ebrei e gli episodi repressivi sulla Spianata delle Moschee durante il Ramadan.
Anche l'Egitto ci prova
Le trattative degli Stati Uniti - con la mediazione dell'Egitto - per una tregua in questa tormentata regione non hanno, però, finora mostrato alcun progresso.
L'Egitto è uno dei paesi che sta portando avanti con maggiore determinazione l'opera di mediazione tra Israele e Hamas. Tra le altre, una delle richieste avanzate dai mediatori è stata quella di un breve cessate il fuoco: l'obiettivo è quello di consentire agli abitanti di Gaza di soccorrere i feriti negli attacchi aerei e recuperare i corpi di quelle rimaste uccise.
L'ipotesi di una tregua, seppure momentanea, non ha avuto successo perché Israele aveva posto come condizione (non accolta) lo stop al lancio dei razzi da parte di Hamas e della Jihad islamica.
Nel Medio Oriente la guerra prosegue.