A inizio anno, tempo ideale per cambiare lavoro: lo stipendio pesa. Stipendi in Europa: quanto guadagnano i tuoi vicini? Ecco il confronto per Paese di Euronews
Gennaio è un mese in cui molti cambiano lavoro: i dipendenti mettono in pratica i buoni propositi e le aziende rivedono i piani di assunzione per il primo trimestre.
Per molti lavoratori, lo stipendio è decisivo nella scelta della prossima mossa di carriera. Oltre alle nette disparità tra settori, le retribuzioni variano molto anche tra i Paesi europei, sia in termini nominali sia una volta corrette per il potere d’acquisto.
State pensando di cambiare Paese oltre che azienda? O siete semplicemente curiosi di sapere quanto guadagnano i vostri vicini? Ecco come cambiano le retribuzioni in Europa, secondo i dati Eurostat.
Stipendio medio vicino ai 40mila € nell’Ue
Nell’Ue lo stipendio annuo medio per dipendente è di 39.808 euro. Tra i Paesi membri varia da 15.387 euro in Bulgaria a 82.969 euro in Lussemburgo, ovvero 5,4 volte tanto.
Oltre al Lussemburgo, la media supera i 50.000 euro in altri cinque Paesi: Danimarca, Irlanda, Belgio, Austria e Germania.
In coda, oltre alla Bulgaria, la media annua per dipendente è sotto i 20.000 euro in Grecia e Ungheria.
In molti Paesi una quota importante di persone lavora part-time, anche se Eurostat corregge i dati per indicare quale sarebbe la media se tutti avessero un impiego a tempo pieno.
I numeri mostrano che le retribuzioni sono in genere più alte nell’Europa occidentale e settentrionale e più basse nell’Europa orientale e sudorientale.
Perché gli stipendi variano: le ragioni dei divari retributivi
Giulia De Lazzari, economista dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), sottolinea che la struttura economica e la produttività dei Paesi sono un fattore chiave delle differenze tra Stati.
"Una maggiore produttività consente ai Paesi di sostenere salari più elevati", ha detto a Euronews Business.
Lazzari osserva che i Paesi con una quota maggiore di settori a più alto valore aggiunto, come finanza, informatica e manifattura avanzata, tendono ad avere salari più alti rispetto a quelli in cui l’occupazione è concentrata in comparti a basso valore aggiunto. Questi ultimi includono agricoltura, tessile o servizi di base.
"Anche la presenza e la forza dei sindacati, l’ampiezza e la profondità della contrattazione collettiva e il livello dei salari minimi legali incidono in modo significativo sulle retribuzioni", aggiunge.
Agnieszka Piasna, ricercatrice senior presso l’European Trade Union Institute (Etui), spiega che bassi livelli di sindacalizzazione e tassi di disoccupazione più elevati tendono a indebolire il potere contrattuale dei lavoratori.
"Questo è spesso indicato come una delle ragioni della bassa quota dei salari osservata in molti Paesi dell’Europa centrale e orientale, che presentano alcuni dei tassi di sindacalizzazione più bassi dell’Ue", ha detto a Euronews Business.
Stipendi medi a parità di potere d’acquisto (Pps)
Il divario si riduce se misurato in standard di potere d’acquisto (Pps), cioè tenendo conto delle differenze del costo della vita tra Paesi. Un’unità di Pps, in teoria, consente di acquistare la stessa quantità di beni e servizi in ogni Paese.
Le retribuzioni corrette per il tempo pieno vanno da 21.644 in Grecia a 55.051 in Lussemburgo. Il rapporto tra la più alta e la più bassa scende a 2,5.
Oltre al Lussemburgo, i Paesi con valori più alti sono Belgio, Danimarca, Germania e Austria, tutti sopra 48.500 PPS.
I cinque Paesi in fondo alla classifica sono Grecia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria ed Estonia, tutti sotto 28.000 PPS.
Lazzari dell'Ilo sottolinea che il costo della vita e i livelli dei prezzi incidono sui salari e quindi sulle retribuzioni. "I Paesi con livelli dei prezzi al consumo più alti tendono ad avere salari nominali più elevati", afferma.
La posizione di alcuni Paesi cambia sensibilmente confrontando i valori in euro con quelli in Pps. Per esempio, la Romania sale dal 22° al 13° posto, con una performance molto migliore, mentre l’Estonia scende dal 16° al 22° una volta considerate le differenze di prezzo.
Se l’aumento medio degli ultimi cinque anni proseguirà, lo stipendio medio nell’Ue dovrebbe raggiungere 41.600 euro in termini nominali e 43.400 nel 2026, anche se i tassi di crescita variano molto da Paese a Paese.