Nella città libica Harley, Honda e Kawasaki tutte in fila per dire stop alle guerre. Una manifestazione nata nel 2014
I centauri della città libica di Bengasi, culla della primavera araba, accendono i motori per mostrare un altro lato del loro paese, quello segnato dalla guerra. Tra cromature luccicanti e il rombo dei motori, decine di appassionati di moto e giubbini in pelle sfrecciano per le strade della città in nome della pace. Harley, Honda e Kawasaki tutte in fila per dire stop alle guerre.
Ahmed al-Fitouri, Direttore del Benghazi Motorcycle Club, ci racconta che molte persone hanno sempre giudicato i motociclisti come criminali, ma il gruppo è riuscito a cambiare questa immagine. A Bengasi c'è chi combatte e c'è chi ha una passione. Per i membri del Club Motorcycles andare in moto è anche un modo per ridare alla città libica una luce diversa. Una parvenza di normalità nonostante le divisioni e le tensioni mai sopite nel Paese.
"Prima della rivoluzione del 2011 i libici consideravano anormale chiunque guidasse una moto- sottolinea Fakhri Mustapha al-Hassi, Vice Presidente del Benghazi Motorcycle Club. Dopo la rivoluzione quell'immagine è cambiata, soprattutto dopo che è stato girato più di un documentario, che mostrava come identificare correttamente i motociclisti attraverso il loro divisa e le loro moto.”
I centauri sfilano per i vicoli e le strade principali di Bengasi in una sorta di corteo dove gli spettatori possono filmare e applaudire. Una manifestazione colorata e pacifica tra gli edifici martoriati dalla guerra.