Il leader bielorusso indurisce ulteriormente i toni contro i manifestanti: "sono terroristi, vanno fermati". Prosegue lo sciopero generale, l'opposizione raccoglie fondi per aiutare gli scioperanti
Al secondo giorno di sciopero generale proclamato dalle opposizioni, il governo bielorusso indurisce i toni e inizia a parlare di terrorismo. Nel corso delle manifestazioni della vigilia sono state fermate oltre 580 persone, di cui 480 nella sola Minsk, quasi tutte rinchiuse in un centro di detenzione e in attesa di processo.
"Non è più una guerra di informazione, ma un conflitto terroristico che è stato avviato contro di noi in diverse direzioni. E dobbiamo fermarlo", ha detto il presidente Lukashenko, la cui rielezione nell'agosto scorso è fortemente contestata.
Praticamente ogni giorno si assiste a nuove manifestazioni ed altre forme di protesta, represse con metodi ritenuti troppo violenti anche dalle Nazioni Unite, che hanno lanciato un nuovo appello perché si metta fine alla violenza repressiva: Anais Marin, inquirente dell'ONU per i diritti umani, parla di 20.000 arresti tra agosto e settembre, malmenati, intimiditi e spesso anche torturati.
Intanto l'opposizione ha annunciato nuovi scioperi, Svetlana Tikhanovskaïa ha detto che per aiutare gli scioperanti sono già stati raccolti sette milioni di dollari e che la protesta andrà avanti fino al raggiungimento dello scopo, cioè la caduta di Lukashenko.