Nagorno-Karabakh: i leader di Azerbaigian e Armenia si accusano in diretta a Euronews

Ospiti di Euronews il presidente azero, Ilham Aliyev (a sinistra), e il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan (a destra)
Ospiti di Euronews il presidente azero, Ilham Aliyev (a sinistra), e il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan (a destra) Diritti d'autore Euronews
Diritti d'autore Euronews
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

I ripetuti appelli della comunità internazionale per un cessate il fuoco immediato sono caduti nel vuoto: le due parti si rimpallano la responsabilità della nuova escalation

PUBBLICITÀ

Si continua a combattere nelle zone di confine del Nagorno-Karabakh. I ripetuti appelli della comunità internazionale per un cessate il fuoco immediato sono caduti nel vuoto, e Azerbagian e separatisti armeni si rimpallano la responsabilità della nuova escalation.

Il presidente azero, Ilham Aliyev, ed il premier armeno, Nikol Pashinyan, hanno accettato di parlare del conflitto con Euronews nel corso di un'intervista doppia, realizzata prima con l'uno, poi con l'altro.  

I toni usati dai due leader riflettono la massima tensione che si vive in questa zona martoriata di mondo. Aliyev accusa Pashinyan di aver iniziato le ostilità e di non volere la pace; l'Armenia accusa l'Azerbaigian di volontà genocida e di pulizia etnica. 

L'anno scorso entrambi i paesi avevano accettato di adottare "misure concrete per preparare le popolazioni alla pace". Eppure nelle ultime due settimane il conflitto è riesploso, come mai da 30 anni a questa parte.  

Cosa succede ora? Quali saranno i prossimi passi? Fin quando si protrarrano le ostilità? A che prezzo si può iniziare a parlare di pace? 

Lo abbiamo chiesto a chi prende davvero le decisioni, i massimi rappresentanti politici di Armenia e Azerbaigian.

Le accuse azere

  • L'Armenia ci ha attaccato per prima e usa civili come scudo umano. L'Azerbaigian accusa l'Armenia di aver attaccato per prima e di aver lanciato tre azioni militari negli ultimi tre mesi. "Finora ci sono state una trentina di vittime tra i civili a causa degli attacchi armeni con missili balistici e bombe a grappolo. Siamo stati oggetto di ripetuti attacchi, negli ultimi tre mesi ci sono stati tre attacchi contro l'Azerbaigian". Il contrattacco azero ha avuto successo, ha detto Aliyev, e sono state riconquistate porzioni di territorio: ora tocca all'Armenia ritirarsi e indicare tempistiche e modalità. Aliyev inoltre accusa l'Armenia di usare i civili come scudi umani e di aver attaccato città e villaggi deliberatamente.

  • Con Pashinyan non si può dialogare. I germi del conflitto sono stati seminati un anno fa, continua Aliyev: allora il primo ministro rivale, Pashinyan, ha detto in una manifestazione che il Karabakh è armeno, "distruggendo il negoziato". Pashinyan, ha aggiunto Aliyev, è salito al potere con un colpo di stato ed ha mandato all'aria tutti i negoziati. "Gli incontri con lui sono senza senso". L'Azerbaigian accusa inoltre l'Armenia di organizzare insediamenti illegali nell'area contesa. "Questa non è terra armena, è la nostra terra da 27 anni".

  • Cessate il fuoco? Sì, ma decisione bilaterale. Il cessate il fuoco non può essere raggiunto unilateralmente, deve essere una decisione bilaterale e deve anche essere attuato sul campo - ha detto il presidente azero Aliyev. 

  • La Turchia "non è coinvolta nel conflitto, ma fornisce armi". Aliyev afferma che la Turchia non è "in nessun modo coinvolta nel conflitto", anche se rimane un alleato dell'Azerbaigian. Ankara fornisce sì armi a Baku, "anche se non è il principale fornitore".

Le accuse armene

  • Non potevamo essere noi a sparare per primi: non abbiamo obiettivi, la nostra è autodifesa. "Non sono stati l'Armenia e il Nagorno-Karabakh a iniziare questa guerra, per la semplice ragione che non abbiamo un obiettivo militare. Il nostro è un obiettivo politico, il nostro unico scopo è quello di proteggere il popolo armeno da un altro genocidio, è un obiettivo di autodifesa", la risposta del primo ministro armeno, Pashinyan, intervenuto dopo Aliyev in trasmissione. Gli attacchi armeni sono stati "l'unica maniera di fermare l'offensiva azera lanciata con razzi e missili contro i villaggi e i civili della regione";
  • La Turchia recluta terroristi per Baku. L'accusa dell'Armenia è netta: la Turchia spinge l'Azerbaigian a continuare le ostilità. Gli armeni nel Nagorno-Karabakh "sono sotto una minaccia esistenziale" a causa dei bombardamenti azeri e dei "gruppi terroristici" che combattono con le forze di Baku, addestrati e reclutati dalla Turchia;
  • Minaccia di genocidio. Pashinyan accusa l'Azerbaigian di volere la "pulizia etnica" del Nagorno-Karabakh e rimuovere gli armeni dalla regione. "Questa è una minaccia di genocidio";
  • La comunità internazionale riconosca l'indipendenza della regione. Pashinyan chiede a Baku di fermare ogni azione militare e alla comunità internazionale di riconoscere l'indipendenza del Karabakh. "Non ci può essere una soluzione violenta, ma è l'Azerbaigian che non vuole compromessi. Vogliono che gli armeni del Karabakh, l'80% e più della popolazione, siano sfollati, così da liberarsene".

 

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Tanti morti per la corta guerra dell'Alto-Karabakh. L'Azerbaigian pubblica il numero dei caduti

A Mosca Armenia e Azerbaigian stringono un cessate il fuoco

Elezioni presidenziali Azerbaigian: agli exit poll Aliyev stravince con oltre il 90%