Brexit, l'ombra di un nuovo no deal sui negoziati

Brexit, l'ombra di un nuovo no deal sui negoziati
Diritti d'autore Olivier Hoslet/AP
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Di Giulia Avataneo
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I nodi che dividono Londra e Bruxelles

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L'ombra di un accordo mancato torna ad aleggiare tra Londra e Bruxelles, mentre si prepara l'ottavo round di colloqui, questa volta nel Regno Unito, per definire i futuri rapporti con l'Unione europea. E il premier britannico Boris Johnson indica la metà di ottobre come limite per arrivare a un'intesa, altrimenti ognuno andrà per la sua strada. 

"Siamo determinati a raggiungere un accordo con il Regno Unito, ma l'Unione è pronta anche per uno scenario diverso", ha detto ieri Daniel Ferrie, portavoce della Commissione. 

Sette round a vuoto

Da Downing Street, la Brexit viene vista come l'occasione di riprendere il controllo dei propri confini, legislazione ed economia. Una prospettiva che si scontra con la richiesta europea di adeguarsi alle sue regole per il commercio.

Un esempio è quello degli aiuti di stato: Londra vuole avere mani libere per decidere dei sussidi alle società sul suolo britannico, ma Bruxelles vede in questo una possibile concorrenza sleale.

"Se si dà una corsia preferenziale di accesso a un mercato vasto come quello europeo, bisogna essere sicuri che chi ottiene questo accesso privilegiato non sussidi le sue esportazioni, dice David Henig, dello European Centre for International Political Economy - Questa sarebbe anche una violazione delle norme dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, che però impiega diverso tempo a decidere sulle controversie".

Impigliati nella rete

Altro nodo è quello della pesca. A partire dal 2021 Londra vuole dare ai propri pescherecci ingresso prioritario alle acque nazionali mentre Bruxelles chiede il reciproco accesso al mare tra Regno Unito e stati comunitari. La questione ha un peso limitato sul Pil britannico ma dal forte valore simbolico.

"Boris Johnson al capo negoziatore David Frost abbiamo avuto l'assicurazione che la pesca è in cima alle priorità del governo in questo momento", conferma Barrie Deas, responsabile dell'associazione dei pescatori.

Le due parti si dicono pronte a fare concessioni, ma anche Bruxelles fissa i suoi paletti, iniziando dall'accordo di gennaio, definito intoccabile. L'anno scorso in campagna elettorale Boris Johnson ha promesso ai suoi elettori un accordo pronto per essere servito. Con il tempo che stringe i contendenti potrebbero doversi accontentare dell'unico accordo possibile.

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