"Covid: il rischio è soprattutto morire di fame e di isolamento"

Quota 100. Il Covid non va in pensione. A fronte di contagi in leggero calo, e di tamponi che fanno un balzo, aumentano però i ricoveri in terapia intensiva. Tredici in più, questo martedì, che portano a superare la soglia psicologica dei cento in tutta Italia. Maglia nera la Lombardia, seguita da Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana.
Qui la mappa interattiva del Ministero della Salute con i dati aggiornati.
"Il virus circola, ma il trend a livello mondiale è incoraggiante"
"Dati che ci dicono che il virus sta circolando e che bisogna fare attenzione soprattutto ai pazienti più fragili - ci dice Maria Rita Gismondo, direttrice di microbiologia clinica, virologia e bioemergenze dell'Ospedale Universitario Sacco di Milano -, perché sono loro a finire più facilmente in terapia intensiva". Ma un dato, aggiunge, che andrebbe contestualizzato in base alla durata della permanenza dei pazienti in terapia intensiva, alle altre patologie che presentano e soprattutto a un trend generale: "Analizzare un dato giorno per giorno non ha nessun significato - ci dice ancora -. Noi dobbiamo osservare il trend. al livello mondiale il trend è in calata".
Appello alla politica: "Evitiamo il rischio di un suicidio sociale"
Attenzione quindi sì, dice ancora la professoressa Gismondo, ma soprattutto a non cedere al panico e ad evitare quello che definisce il rischio di un "suicidio sociale": "In questo momento non avrei neanche paura, perché la situazione è assolutamente sotto controllo - prosegue -. Ci sono certo importanti punti deboli che aspettano delle risposte, ma che non sono esclusivamente scientifiche, quanto strategico-politiche".
"Dobbiamo imparare a convivere col virus o moriremo di fame e di isolamento"
Basta, insomma, inseguire il virus e vivere nell'attesa del vaccino, il suo appello. Perché "in questo momento, a farci morire, sono più gli effetti collaterali del Covid che il Covid in sé". Imperativo di fondo, secondo la professoressa Gismondo, è soprattutto "imparare a convivere con il virus". "Dobbiamo adattarci alla sua aggressività - dice - e dobbiamo adattarci a quello che è capace di produrre nella nostra società, perché altrimenti non moriremo di Covid, ma di fame, di isolamento, di alienazione mentale".
Il ritorno a scuola e l'influenza che rischia di bloccare tutto
Caso emblematico: quello delle problematiche poste dalla riapertura delle scuole il 14 settembre. "In una fase come quella attuale, in cui il 90%-95% degli infetti sono asintomatici - prosegue la professoressa Gismondo - o si fanno dei test rapidi con risposte in qualche minuto, altrimenti è inutile isolare tutta la classe".
"Se per ogni bambino con sindrome influenzale che potrebbe essere Covid si impone isolamento suo, della classe e della famiglia, fino alla realizzazione dei tamponi, si rischia di bloccare tutta la scuola".