Kazakhstan: l'opposizione in piazza contro il delfino dell'ex leader sovietico

Proteste e arresti in Kazakhstan
Proteste e arresti in Kazakhstan Diritti d'autore AFP
Di Euronews
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Manifestazione e arresti in Kazakhstan: l'opposizione in piazza nonostante le misure anti Covid e i divieti

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Difficile protestare in Kazakhstan: adesso per le misure anti Covid-19, parzialmente allentate; prima, e tuttora, per una legislazione fortemente restrittiva nei confronti delle manifestazioni pubbliche.
Il presidio, organizzato dalle opposizioni al presidente Kassym-Jomart Tokayev si è concluso con un centinaio di arresti.

In piazza si sono ritrovate le forze di minoranza "Scelta Democratica del Kazakistan" (DCK) e Partito Democratico: entrambe hanno denunciato l'assenza di un dibattito democratico e la prevaricazione nei confronti di esponenti politici e attivisti della minoranza.
La polizia, fra cui anche alcune unità antisommossa, ha isolato le principali vie di Almaty e le zone in cui si erano radunati un centinaio di militanti, dividendo i manifestanti in gruppi più piccoli.
I dimostranti hanno intonato slogan contro l’ex presidente Nursultan Nazarbayev e hanno chiesto le dimissioni del capo dello Stato attualmente in carica, Kassym-Jomart Tokayev. 

Nonostante il mese scorso sia stata promulgata una legge che rimuove l’obbligo di notificare l’organizzazione di una manifestazione, le forze di sicurezza hanno arrestato gli oppositori.
L’obbligo di notifica è stato sostituito con un avviso da inviare in modo tempestivo alle autorità locali per i raduni che prevedono di riunire meno di 250 persone.
La norma è entrata in vigore oggi, ma servono 5 giorni di preavviso per la sua applicazione.
Per questo motivo, le persone che stavano manifestando questa mattina ad Almaty avrebbero violato la legge, non comunicando alle autorità la loro intenzione di convocare dei raduni e non avrebbero rispettato le regole di distanziamento sociale, imposte dall’emergenza provocata dal Covid-19.

Si sta rafforzando l'opposizione contro il presidente, delfino di Nazarbayev, ultimo leader sovietico del Paese, che ha rassegnato le dimissioni nel marzo del 2019, non senza prima individuare per la successione un suo fedelissimo.

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