Trump lancia una crociata contro Pechino a partire da Hong Kong

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Diritti d'autore Kin Cheung/ Associated Press
Di Paolo Alberto Valenti
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Il Dragone impone nella ex-colonia britannica una legge sulle sicurezza che secondo alcuni abolisce il vecchio adagio di "un paese e due sistemi"

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Non si arresta la protesta ad Hong Kong davanti alla nuova legge sulla sicurezza che in tanti interpretano come la fine dello status speciale di Hong Kong promesso dalla Cina. Il presidente statunitense Trump guida la condanna della legge e lo ha fatto con una dichiarazione congiunta con Regno Unito, Australia e Canada.

Il nuovo provvedimento è stato approvato dall’Assemblea nazionale del popolo, il parlamento cinese e punisce gli “atti” e le “attività” che mettono in serio pericolo la sicurezza nazionale. Gli abitanti di Hong Kong potranno essere arrestati per sovversione, secessione, terrorismo e collaborazione con forze straniere che interferiscono negli affari interni.

La dichiarazione congiunta

In una dichiarazione congiunta, Usa, Regno Unito, Australia e Canada invitano la Cina a rivedere la sua decisione, che secondo loro è contraria agli impegni internazionali assunti dal governo cinese.

Il riferimento è all’accordo sino-britannico del 1984, che ha regolato il passaggio di Hong Kong dalla sovranità britannica a quella di Pechino nel 1997, e assicura alla città un notevole grado di autonomia dalla madrepatria fino al 2047.

"La Cina ha sostituito la formula promessa di un paese, due sistemi con un paese, un sistema": Sentenzia Trump. Pertanto, sta invitando la sua amministrazione ad avviare il processo di eliminazione delle esenzioni politiche che conferiscono a Hong Kong un trattamento speciale.

L'Europa cosa fa?

Sull'altra parte dell'Atlantico, l'Unione Europea adotta un approccio diverso. Il responsabile della politica estera dell'UE ha affermato che non si prevedono sanzioni contro la Cina. "Continueremo a dialogare con Pechino. La nostra reazione deve essere commisurata alle decisioni che hanno intrapreso e continueremo a fare pressioni sulle autorità cinesi al fine di renderle consapevoli del fatto che questo problema influenzerà il modo in cui affronteremo alcune delle questioni di reciproco interesse ma per ora non c'è nient'altro in agenda": ha dichiarato Jospep  Borrell.

La reazione della Cina

In una lettera aperta alla popolazione di Hong Kong, la governatrice Carrie Lam ha chiesto ai cittadini di comprendere le necessità del momento e ha fatto appello per il sostegno pubblico alla legge. La Cina ha criticato gli Stati Uniti accusati di aver "apertamente" interferito negli affari interni cinesi e di aver indebolito le norme delle relazioni internazionali.

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