Attentato in Somalia e crisi-Covid: l'attualità africana in breve

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Di Diego Malcangi
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Ucciso un governatore regionale in Somalia, proprio mentre il Covid dilaga e il Kenya chiude le frontiere, mentre in Tanzania vige un ottimismo forse eccessivo e in Malawi l'opposizione sfida virus e divieti per un grande evento elettorale

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In Somalia gli Shaabab, vicini ad Al Qaida, hanno rivendicato l'attentato in cui è rimasto ucciso il governatore della regione di Mudug, Ahmed Muse Nur, in carica da poco meno di un anno. Morti anche tre agenti della scorta, e ci sono numerosi feriti. Si tratta del secondo governatore regionale ucciso in tre mesi nello Stato semi-autonomo del Puntland.

Il Kenya chiude le frontiere con Somalia e Tanzania: lo ha annunciato alla televisione pubblica il Presidente, Uhuru Kenyatta. Sarà possibile solo il passaggio dei camion, ma i guidatori verranno controllati. Le frontiere con Sud Sudan, Etiopia e Uganda restano aperte perché la situazione pandemica in quei paesi è meno preoccupante. È la Somalia a destare le preoccupazioni più gravi, tanto che il sindaco di Mogadiscio ha detto che i morti potrebbero essere dieci volte più di quanto annunciato ufficialmente, anche perché molti non vengono nemmeno dichiarati dalle famiglie che procedono a una rapida inumazione secondo il rito islamico. Sono invece solo 50 le vittime in Kenya.

E anche in Tanzania ha parlato il Presidente, ma per dire che non ci sarà alcun lockdown nel Paese. Le ultime cifre ufficiali risalgono al 29 aprile e parlano di 480 contagiati e 16 morti, ma sono ritenute poco credibili dalla comunità internazionale.

Il primo cittadino, John Magufuli, in un incontro in una chiesa di Chato, sul lago Vittoria, ha detto che le preghiere dei concittadini hanno funzionato, gli ospedali si stanno svuotando e l'epidemia sta finendo. Suo figlio, ha detto, era stato contagiato ma è guarito con inalazioni di limone e zenzero.

E in Malawi, uno dei Paesi più poveri dell'Africa, circa 30.000 sostenitori dell'opposizione si sono ritrovati alle porte della capitale, Lilongwe, per ascoltare Saulos Chilima, il vice-presidente dissidente che ha stretto un'alleanza con il Malawi Congress Party, principale partito d'opposizione, e altre sette liste nel tentativo di metter fine al potere del presidente Mutharika, ufficialmente vittorioso nelle elezioni dell'anno scorso annullate però per plateali brogli. Si dovrebbe votare il 2 luglio, ma la Commissione elettorale ipotizza anche di anticipare al 23 giugno. Il governo, per evitare il contagio, vieta eventi con più di 100 persone, ma con tutta evidenza il divieto non è stato rispettato.

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