Proseguono a tappe le prove di ripartenza dopo il lungo confinamento delle popolazioni a casa in tutta Europa. La Francia ricomincia in parte a vivere dall'11 maggio ma anche in altri paesi si allentano le misure del lockdown
Sempre più paesi europei cercano di tornare alla normalità cambiando le abitudini nella vita sociale e il test sarà cruciale nelle prossime settimane.
In Belgio
Anche in Belgio è lento e lungo il cammino verso la ripartenza definitiva del paese flagellato dal coronavirus. In parte le scuole riapriranno ma dal 18 maggio e allora bisogna preparare il distanziamento in classe con una massimo di 10 allievi per aula. Qui la norma è un minimo di 1.5 metri fra gli alunni in più i maggiori di 12 anni dovranno indossare la mascherina a scuola.
La Francia all'alba del suo ultimo giorno di lockdown
La Francia vive il suo 55 ° e ultimo giorno di confinamento, ma tutti invitano a grandi cautele per non far ripartire la curva dei decessi. Alla vigilia di questo passaggio cruciale per cercare di arginare la recessione economica, gli appelli si moltiplicano contro qualsiasi rilassamento dell'attenzione e dei gesti protettivi senza i quali il virus continuerà a circolare in assenza di trattamenti sicuri e di un vaccino. In Francia l'uso della mascherina sarà obbligatorio sui mezzi pubblici.
La mascherina, quel benedetto oggetto del desiderio
La distribuzione delle mascherine è stata avviata in diverse zone d'Europa anche se non si può dire del tutto risolta la penuria del genere. Negli uffici di mezza Europa come in Romania gli open space diventano un problema e bisogna ridistribuire le postazioni di lavoro col criterio di una distanza di sicurezza.
Il tramonto degli open space
La pandemia da coronavirus che ha colpito la Cina e poi il resto del mondo ha costretto tutti a congelare la propria vita sociale solo con i conviventi. Le misure di contenimento del contagio messe in atto dai governi - anche i più riottosi ad applicarle - hanno modificato la socialità e tutte le aziende che disponevano di "ecumenici" spazi per il lavoro collettivo, noti come open space, devono correre ai ripari. L'imperativo è di evitare incontri e assembramenti, contatti anche solo con "l'alito"; a ricaduta ci sono i problemi dei mezzi di trasporto collettivi. Il virus ha limitato drasticamente le libertà individuali scatenando problemi multipli che sono diventati soprattutto drammi economici.