La pandemia di Covid-19 provocherà la più grande riduzione di CO2 della storia

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Di Rafael CerecedaAlberto de Filippis
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Con il pianeta che si ferma per il coronavirus, l'ambiente ne trae beneficio

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Né la prima né la seconda guerra mondiale e neppure la peste spagnola hanno provocato una caduta delle emissioni di anidride carbonica come la pandemia di Coronvirus che stiamo soffrendo in questo momento. Queste sono le previsioni dell'AIS (Agenzia Internazionale dell'Energia) pubblicate qualche giorno fa e che dimostrano come centinaia di petroliere siano alla fonda nei porti cariche di petrolio. Nessuno vuole acquistare, per ora l'oro nero, il cui valore è precipitato.

Un crollo sei volte superiore alla crisi considerata finora epocale del 2010.

Il direttore esecutivo dell'Agenzia, Fatih Birol diceva che "le emissioni sono precipitate dell'8%, ma non v'è granché da celebrare viste le condizioni in cui questo è accaduto".

Il rapporto rivela anche che per la prima volta in 50 anni la tecnologia a basse emissioni di carbonio è diventata la principale fonte di elettricità prima del carbone.

Secondo l'agenzia, che fornisce consulenza ai paesi sviluppati sulla loro politica energetica, la domanda di energia dovrebbe diminuire del 6% quest'anno, una perdita enorme equivalente al consumo di un gigante come l'India.

In questo campo, tuttavia, i cali della domanda di energia erano relativamente più importanti durante la prima guerra mondiale, l'influenza spagnola, la grande depressione e la seconda guerra mondiale, secondo il grafico IEA.

"Questo è uno shock storico per il mondo dell'energia nel suo insieme. Con crisi sanitarie ed economiche senza precedenti, il calo della domanda è sconcertante per quasi tutte le fonti energetiche, in particolare carbone, petrolio e gas ", ha detto Fatih Birol.

La differenza tra il tasso di emissione e la domanda di energia è spiegata perché sono le energie più inquinanti che vengono trascurate. Il carbone ha sofferto di diversi fattori, tra cui il rallentamento in Cina o in India, dove il carbone è ancora ampiamente utilizzato e la concorrenza da fonti energetiche più economiche.

Anche il petrolio, immerso in una guerra dei prezzi tra i principali produttori, sta perdendo seguaci in questa crisi. L'AIE prevede un crollo storico della domanda di 9,3 milioni di barili quest'anno.

Solo le energie rinnovabili, i cui costi sono in calo, stanno andando bene.

Di conseguenza, le emissioni sono diminuite più della domanda di energia.

Attenzione all'effetto rimbalzo

Fatih Birol avverte che se l'economia si riprende rapidamente possiamo vedere un effetto di rimbalzo. "A giudicare da quello che è successo dopo la crisi finanziaria del 2008, dovremmo presto vedere un netto rimbalzo delle emissioni man mano che le condizioni economiche migliorano", avverte.

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Pertanto, l'AIE invita a sfruttare questa opportunità per promuovere una ripresa economica basata su tecnologie verdi: energia rinnovabile, efficienza energetica, batterie, cattura e sequestro di idrogeno e carbonio.

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"Investire in queste aree può creare posti di lavoro, rendere le economie più competitive e condurre il mondo verso un futuro più resiliente e pulito", afferma Birol. Molti leader europei chiedono una ripresa "verde", nonostante le pressioni di alcuni settori per allentare i controlli delle emissioni e accelerare la crescita economica.

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