La storia di Mara Gomez e Marcos Rojo, calciatori transgender, che oggi possono giocatore in club dove si sentono a loro agio
Alta e magra, con la coda a raccogliere i capelli lunghissimi. Mara Gomez è una calciatrice del Villa San Carlos di La Plata, a una cinquantina di chilometri da Buenos Aires. Ha 23 anni e un sogno: diventare la prima giocatrice transessuale ad iscriversi al neonato campionato di calcio femminile professionistico argentino. "Quando ho iniziato a giocare, c'era molta discriminazione, esclusione, abuso verbale per strada, a scuola", dichiara la giovane calciatrice.
Il club attende ora l'approvazione per il trasferimento da parte della Federcalcio argentina, non appena riprenderanno le attività, sospese a causa del nuovo coronavirus.
"Se dovessero rifiutare, probabilmente la scusa sarebbe che lei più forte delle altre. Ma in realtà, non lo è, perché ho diverse ragazze in squadra che sono più forti di lei", spiega l'allenatore del club, Juan Cruz Vitale.
Marcos Rojo ha 20 anni e gioca come centravanti per l'Union del Suburbio di Gualeguaychu. Questa è la sua prima squadra maschile. Due anni fa ha cambiato nome e sesso e, una volta fatto ciò, la squadra non ha esitato a integrarlo. "Saper giocare a pallone è tutto qui", racconta Marcos. "Non credo tu possa essere svantaggiato dalla forza o da altro. E' solo una questione di pratica".
Marcos frequenta gli allenamenti e ha già partecipato a diverse amichevoli. Il suo sogno è continuare a giocare a calcio. "Qui il posto non viene dato a nessuno senza motivo", le parole di Sebastian Rajoy, presidente dell'Union del Suburbio. "Si vince giocando, in squadra e come individui".
L'Argentina è stata pioniera in America Latina nell'approvazione di una legge sull'identità sessuale già nel 2012, che ha permesso a Mara, Marcos e a moltissimi altri transgender di poter cambiare le informazioni sulla propria carta d'identità, una volta maggiorenni.