Manchester City-Burnley: polemiche per lo striscione "suprematista"

Manchester City-Burnley: polemiche per lo striscione "suprematista"
Diritti d'autore Lo striscione "incriminato" dei tifosi del Burnley.
Di Cristiano Tassinari
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Manchester City-Burnley: polemiche e reazioni per lo striscione "White Lives Matter" esposto da un aereo prima della partita di Premier League. Individuato il responsabile del gesto, squalificato a vita dal Burnley.

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La partita di Premier League tra Manchester City e Burnley fa discutere più per lo striscione apparso in cielo che per il roboante 5-0 finale.

Il "fattaccio" avviene poco dopo che i giocatori di entrambe le squadre si sono inginocchiati a sostegno del movimento antirazzista "Black Lives Matter" (La vita dei neri conta).

Lo striscione "incriminato" dei tifosi del Burnley.

Cosa è successo?

Un aereo che trainava uno striscione con la scritta "White Lives Matter Burnley" (La vita dei bianchi conta) ha sorvolato l'Etihad Stadium del Manchester City.
Oltre a quella scritta, nessuna indicazione su chi abbia organizzato il blitz.
Secondo le prime indiscrezioni, tuttavia, il messaggio nello striscione potrebbe essere associato ad un gruppo suprematista bianco.

Il comunicato del Burnley

Ancora prima della fine della partita, con un comunicato ufficiale, il Burnley si è assolutamente dissociato dall'azione "di disturbo", nonostante sullo striscione sia comparso il nome del club, il che fa pensare all'opera di un gruppo di tifosi del Burnley.

"Vorremmo chiarire che gli autori dello striscione non sono i benvenuti al Turf Moor, il nostro stadio. Questo non è in alcun modo ciò che il Burnley Football Club rappresenta e collaboreremo pienamente con le autorità per identificare i responsabili ed emettere divieti a vita. Il club è orgoglioso di lavorare con tutti i generi, le religioni e i credo religiosi attraverso il suo programma comunitario e si oppone al razzismo di qualsiasi tipo.

Sosteniamo pienamente l'iniziativa "Black Lives Matter" della Premier League e, in linea con tutte le altre partite, i nostri giocatori e tutte le squadre di calcio sono stati felici di inginocchiarsi al calcio d'inizio.

Ci scusiamo senza riserve con la Premier League, con il Manchester City e con tutti coloro che si occupano della promozione della "Black Lives Matter".
Burnley Football Club

"Ê un gesto inaccettabile"

A fine partita, l'allenatore del Burnley, Sean Dyche, commenta:
"Posso solo sostenere questo comunicato del club e ripetere che quanto è avvenuto è inaccettabile. Non credo che si giudichi l'intera città di Burnley o il club in base a questo, ma è inaccettabile. Come club possiamo solo scusarci e non so cosa avremmo potuto fare: l'ho appena saputo. È davvero inaccettabile".

Sean Dyche, manager del Burnley.

Rincara la dose il capitano dei "Clarets", Ben Mee:
"Non vogliamo che succeda di nuovo. Noi giocatori siamo imbarazzati. Lo striscione ci ha sconvolto e vederlo nel cielo sopra di noi, proprio mentre stavamo per iniziare la partita, ci ha decisamente tolto il fiato. È stato molto triste da vedere".

Ben Mee, capitano dei "Clarets".

Tutti i giocatori delle 12 partite della Premier League giocate dopo il riavvio della stagione in seguito all'interruzione dovuta al Covid-19 hanno indossato "Black Lives Matter" sulle magliette al posto dei loro nomi, mentre la Lega Calcio inglese si è unita formalmente alla campagna di protesta internazionale scatenata dalla morte, il mese scorso, di George Floyd, avvenuta durante un fermo di polizia a Minneapolis (USA).

Sul caso, indaga ora la Polizia del Lancashire.

Aggiornamento del 25 giugno 2020

Le forze dell'ordine non ci hanno messo molto a trovare il colpevole, Jake Heppie, che è stato immediatamente radiato a vita dal Turf Moor e, successivamente, licenziato dalla Paradigm Precision, dove lavorava come saldatore.
La compagnia nel Lancashire ha infatti affermato di non "perdonare o tollerare il razzismo, in nessuna forma". J
ake Hepple ha provato a difendersi in un'intervista al MailOnline: "Non sono razzista. Ho molti amici neri e asiatici e questo striscione è stato ispirato dal Black Lives Movement. Non stavamo cercando di offendere il movimento o le persone di colore. Credo solo che sia anche importante riconoscere che anche le vite bianche contano. È tutto ciò che stavamo cercando di dire".
Il tifoso del Burnley ha proseguito il suo racconto: "Il mio datore di lavoro, il club e così tante altre persone hanno reagito in modo eccessivo a ciò che è accaduto".

Tra l'altro, anche la sua fidanzata, Megan Rambadt, è stata licenziata per presunti atteggiamenti razzisti dal Solace Foot Health and Reflexology.

Hepple si è assunto tutte le responsabilità e si è rifiutato di scusarsi per le sue azioni, affermando tra l'altro che 60 persone hanno contribuito a organizzare il tutto.
Nonostante le punizioni da parte della ditta in cui lavorava e del Burnley, la polizia ha comunicato che non esista alcun fatto rilevante per intraprendere azioni contro Jake Hepple.

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