Papa Francesco: "Usura, una pandemia sociale"

Papa Francesco: "Usura, una pandemia sociale"
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Di euronews

Il pontefice parla delle famiglie ridotte in povertà. Dal procuratore antimafia Gratteri un allarme: "Le mafie approfittano della crisi"

Una pandemia sociale si aggira per il mondo, conseguenza di quella sanitaria: è la condizione di decine di milioni di persone che la crisi del coronavirus ha gettato nelle braccia degli usurai. È la denuncia che papa Francesco ha fatto nel corso di una messa celebrata a Casa Santa Marta, la sua residenza. "Uno degli effetti di questa pandemia è che molte famiglie che hanno bisogno fanno la fame, e purtroppo li "aiuta" il gruppo degli usurai. Questa è un'altra pandemia, una pandemia sociale", ha detto il papa.

Pandemia sociale

Secondo alcuni studi solo in Italia dieci milioni di persone, un quinto degli adulti attivi, è sulla soglia della povertà, e il blocco delle attività economiche sta causando ingenti perdite di posti di lavoro, specie nei settori delle occupazioni precarie. Uno scenario che ipoteca l'avvenire.

"Sono preoccupata per quello che accadrà in futuro, per la violenza che potrà essere causata dalla mancanza di risorse. Un padre disperato per non aver di che nutrire la famiglia potrebbe fare di tutto. E arriveremo a questo se non si prendono misure immediate", dice Laura Fini, ex impiegata nell'azienda di famiglia.

Un assist per le mafie

La profonda crisi economica scatenata dalla pandemia offre anche un inaspettato assist alle organizzazioni mafiose, che dell'usura fanno da sempre uno dei principali canali di arricchimento. Secondo il procuratore antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, il rischio che la ndrangheta approfittando della crisi si infiltri nell'economia legale è altissimo. "Inizialmente offriranno interessi bassi, inferiori a quelli delle banche, ma dopo uno o due anni inizierà una lenta agonia".

Secondo il magistrato le cosche, forti di una enorme liquidità, potrebbero perfino sostituirsi alle istituzioni fornendo risorse economiche ai meno abbienti, importando anche in Italia il modello del mafioso "benefattore del popolo", come accade da a nni in America latina.

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