Covid-19 nelle case di riposo. Il caso "Villa Paradiso" e le perquisizioni nelle Rsa lombarde

Le case di riposo lombarde stanno pagando caro il prezzo della pandemia di coronavirus. A "Villa Paradiso", a Brugherio, in Brianza, molti pazienti sono stati trasferiti in altre strutture della zona, dopo la tragica telefonata di un medico al 118, nella quale diceva di essere rimasto solo. Da marzo, qui, si contano 12 decessi. E i tamponi sono stati fatti troppo tardi. I primi sintomi, infatti, si sono manifestati l'11 marzo, ma ci è voluto un mese prima che venissero fatti i test.
"Martedì scorso abbiamo fatto i 14 test sugli ospiti, venerdì pomeriggio sono arrivati gli esiti: erano tutti positivi", spiega il responsabile di "Villa Paradiso", Roberto Gusmeroli. "Ci siamo trovati io, la coordinatrice dei servizi, il medico e basta. Con 54 ospiti".
Gli ospiti trasferiti dalla Rsa in tutto sono 26 “negli ospedali di Monza e Vimercate e in una struttura di Milano, lasciando a Brugherio solo una ventina di persone”, ha fatto sapere il sindaco di Brugherio, Antonio Marco Troiano.
Perquisizioni a tappeto in una dozzina di Rsa lombarde
Nel frattempo sono scattate questo martedì mattina una serie di perquisizioni della Guardia di Finanza, in una dozzina di Rsa della Lombardia. Gli inquirenti indagano su carenze nei protocolli interni e dei dispositivi di sicurezza per affrontare l'emergenza. Si dovrà poi verificare quali decessi sono legati al Covid-19.
Oltre alle perquisizioni della GdF, i Nas hanno ispezionato strutture di quattro province lombarde di loro competenza territoriale, ovvero Milano, Monza, Como e Varese. Tra le strutture coinvolte, il Pio Albergo Trivulzio di Milano, al centro dell'indagine della procura meneghina per omicidio colposo plurimo ed epidemia colposa. Qui sono 143 gli anziani morti da marzo.
Già dai primi giorni del mese scorso, i sindacati avevano inviato lettere ai vertici dell'istituto, deplorando l'assenza di mascherine e le presunte minacce agli infermieri che volevano usarle, invitati dai superiori a non indossare "per non creare allarmismi".
Inoltre, fa sapere la FP-Cgil di Bergamo, che "la Procura si è mossa anche nelle case di riposo della Bergamasca", ha dichiarato il responsabile, Roberto Rossi. "Già da qualche tempo, alcune strutture hanno ricevuto la visita dei carabinieri del Nas dopo alcune segnalazioni". Nelle 65 Rsa della provincia, sarebbero almeno 1.500 le morti dall'inizio dall'emergenza fino alla scorsa settimana, circa il 25% degli ospiti.