Una notte lungo il confine greco-turco

Una notte lungo il confine greco-turco
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Di Michalis Arampatzoglou

Il nostro reportage

Hanno percorso 250 chilometri per raggiungere il confine. Sono i contadini del nord della Grecia, arrivati fino al fiume Evros, frontiera naturale con la Turchia, per dare supporto agli autoctoni. Qui la popolazione locale cerca di aiutare in tutti i modi le forze dell'ordine per respingere i migranti.

Siamo qui perché il nostro paese è sotto attacco della Turchia. Siamo qui perché siamo cittadini greci ed europei. Vogliamo mantenere la nostra indipendenza. Vogliamo mandare un messaggio alla Turchia: non accettiamo minacce
Giannis Toutouras
contadino greco

Guidiamo lungo il fiume Evros, che segna il confine con la Turchia. Vogliamo vedere cosa succede quando cala notte. Fa freddo è una di quelle notti in cui nessuno vorrebbe uscire di casa. Lungo la strada c'è molta polizia e mezzi militari. Le pattuglie si susseguono una dopo l'altra. Nessuno può attraversare il confine facilmente.

Nel villaggio di Thourio incontriamo Athina Kazantzi , una donna di 83 anni che nel 2015 ha aiutato centinaia di migranti, così come hanno fatto altri greci. Ma ora il clima è cambiato

"Passano da qui e ci salutano - dice - Ci chiedono se abbiamo pane. Se ce l'abbiamo glielo diamo. Se non ce l'abbiamo lo cerchiamo".

Sono le 4 del mattino. Siamo nel villaggio di Petrades, a poche centinaia di metri dal confine con la Turchia. Sentiamo una sirena e vediamo dei fuochi. A pochi metri da noi le forze dell'ordine greche stanno allerta per proteggere i confini europei.

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