Idlib, Erdogan furioso, Lavrov incalza; "vostri soldati non dovevano trovarsi lì"

Idlib, Erdogan furioso, Lavrov incalza; "vostri soldati non dovevano trovarsi lì"
Diritti d'autore TURKISH DEFENCE MINISTRY / AFP
Di Antonio Michele Storto
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Dopo l'uccisione di altri 9 soldati turchi in un attacco su Idlib, Erdogan ha alzato la voce con la comunità internazionale. Contatti con Mosca ancora buoni

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La Turchia torna a seppellire altri 9 soldati morti a Idlib sotto le bombe di Damasco, ma Erdogan non ci sta. Ankara fa pressione sui partecipanti al processo di pace di Astana, sui partner Nato e sull'Unione Europea, che alle sue frontiere vede ora arrivare gli stessi migranti che , dietro pagamento di 6 miliardi di euro, Erdogan aveva promesso di tenere in Turchia.

"I crimini di Assad vanno fermati" ha detto il Presidente, che a Damasco imputa integralmente la responsabilità dell'escalation militare attualmente in corso, giustificando i suoi recenti attacchi, che hanno fatto centinaia di morti e feriti tra le fila dell'esercito arabo siriano, come "rappresaglie" e "azioni difensive". I comandi militari turchi, che hanno diffuso alcuni video delle loro controffensive d'artiglieria sulle forze siriane, hanno ricordato di aver già distrutto oltre 200 obiettivi e colpito oltre 300 soldati siriani - tra morti e feriti - i in rappresaglia alle perdite subite.

"Noi condanniamo i continui attacchi aerei indiscriminati del regime siriano e della Russia nella provincia di Idlib - gli ha fatto eco il segretario generale NATO Jens Stoltenberg, che ha invitato Mosca e Damasco "a fermare la loro offensiva, a rispettare il diritto internazionale e a sostenere gli sforzi dell'Onu per una soluzione pacifica".

Di diverso avviso, è ovviamente, il ministro degli Esteri russo. Sergej Lavrov. "Accordiamoci su come aiutare i paesi della regione, su come aiutare ciascuno di questi paesi a garantire la pace e la stabilità, e mettiamo da parte i metodi neocoloniali o addirittura coloniali" ha dichiarato.

Secondo il Ministero della difesa russo - in base alle coordinate fornite dalla Turchia al Centro russo per la riconciliazione - non c'erano e non avrebbero dovuto esserci unità delle forze armate turche nella zona dell'ultimo raid, dove 9 soldati di Ankara sono rrimasti uccisi. Per Mosca dunque, quegli attacchi non miravano deliberatamente a colpire le forze di Erdogan.

Per ora comunque Russia e Turchia non hanno interrotto il dialogo bilaterale. Le consultazioni sono proseguite venerdì, con un fitto dialogo telefonico tra i presidenti Putin ed Erdogan, che progetterebbero di incontrarsi nell'immediato futuro.

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