EventsEventi
Loader

Find Us

FlipboardLinkedin
Apple storeGoogle Play store
PUBBLICITÀ

Siria, nuova escalation a Idlib dopo la morte di un altro soldato turco

Siria, nuova escalation a Idlib dopo la morte di un altro soldato turco
Diritti d'autore AP
Diritti d'autore AP
Di Antonio Michele Storto
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Si tratta del secondo morto tra le fila di Ankara, dopo l'attacco a un posto d'artiglieria turco. Ma la vera emergenza sono i 900mila sfollati

PUBBLICITÀ

Il martellamento prosegue incessante nella provincia di Idlib, in Siria. Le forze di regime del presidente Assad, supportate dai jet russi, stanno riconquistando l'ultimo fazzoletto di terra ancora in mano a islamisti e opposizione armata.

Ma non sono solo i ribelli ad essere colpiti. Le tensioni nell'area sono salite alle stelle nel fine settimana, in seguito all'uccisione di un altro soldato turco, morto durante un attacco d'artiglieria contro le forze di Ankara, che da giorni continuano a scontrarsi con Damasco: l'escalation è iniziata dopo la morte di altri militari, rimasti ucciso durante un attacco d'artiglieria che ha finito per colpire un posto d'osservazione turco vicino al confine. 

Fiumana di sfollati

Ma la vera emergenza continua a riguardare i civili: piu di 900mila sfollati, tra uomini donne e bambini sono stati spinti finora a nord, verso il confine turco.

Ma Ankara - che dall'inizio della guerra civile ha già aperto le porte a quasi 4 milioni di rifugiati - dice di non poter reggere una nuova ondata: il confine, per ora, resta dunque sigillato. 

Bagno di sangue

Le Nazioni Unite intanto  hanno avvertito che il proseguimento delle operazioni potrebbe finire "in un bagno di sangue", sollecitando un nuovo cessate il fuoco.

I tentativi di mediazione  durante l'ultimo meeting del Consiglio di sicurezza sono falliti.

In preda alla disperazione, un gruppo di sfollati, ospitati nei campi vicino al confine,  ha costruito una scala metallica per aiutare i figli ad attraversare il muro di divisone con la Turchia, nel caso il regime dovesse avanzare.

"Non ho scelto di andare in Turchia" spiega uno di loro. "Per me la Siria è più preziosa di tutti i soldi e di tutti i Paesi del mondo, ma devo fare qualcosa. Vivo in una tenda, ho bisogno di dormire, di un riparo per me e per i miei figli, ho bisogno di tenerli al caldo".

Nuovi incontri in programma

Poco dopo la notizia del secondo decesso tra le forze turche, il presidente Erdoğan, ha annunciato che il mese prossimo incontrerà i leader di Russia,  Francia e Germania per discutere la situazione.

Nel frattempo le agenzie umanitarie sono impegnate a offrire un riparo alle migliaia di rifugiati, in gran parte costretti a dormire all'aperto e a temperature gelide, schiacciati,  in attesa del loro destino, contro quel confine ormai sigillato

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

In migliaia da Idlib alle porte d'Europa: Atene dice no

Idlib, Erdogan furioso, Lavrov incalza; "vostri soldati non dovevano trovarsi lì"

Idlib: nuovi scontri tra le forze turche e siriane, da dicembre quasi 700mila sfollati