Mostri che bruciano l'inverno

Il feretro dell'inverno brucia sul rogo della festa
Pelosi mostri cornuti e un gigantesco rogo su cui brucia il feretro dell'inverno. Come ogni anno da quasi cinque secoli, la città ungherese di Mohács si affida a maschere e antichi riti per salutare la fine del carnevale. All'origine le maschere indossate per spaventare (invano) gli invasori ottomani, la tradizione del Busójárás è in seguito stata ripresa dalla comunità croata radicata nella regione, per poi essere riconosciuta - poco più di dieci anni fa - Patrimonio mondiale dell'Unesco.
"L'atmosfera è fantastica - commenta un turista irlandese -. La gente che si diverte, tutti molto aperti e gioiosi. Un ambiente straordinario e un bellissimo festival per adulti e bambini". "E' fantastico - gli fa eco una giovane canadese - .Un festival ricco di cultura e di storia. Affascinantissimo".
"Mai togliere la maschera!". Festeggiare sì, ma rispettando le regole del gioco
Vittima del suo stesso successo, la manifestazione non sfugge tuttavia all'inflazione di bancarelle di ogni genere e tipo. Contaminazioni che ai molti venuti per l'occasione, non sembrano però rovinare la festa. "Circa 2.000 le persone che quest'anno hanno ballato e sfilato qui a Mohács - conclude Ádám Magyar, della redazione ungherese di Euronews -. Mai però togliersi la maschera come ho appena fatto. Regola fondamentale, secondo la tradizione, è non mostrare mai il volto".