Il calor bianco del freddo inverno. A Irkutsk si dipinge a meno sessanta gradi. In Estonia si fanno esposizioni di pupazzi di neve. E in Polonia si sguazza nell'acqua di laghi gelati contro i malanni
I colori freddi non esistono. La prova? Andiamo in Jacuzia, repubblica dell'Estremo oriente siberiano russo. Qui la temperatura sta per scendere a 60 gradi sotto zero.
Gli artisti locali hanno deciso di fissare col gelo le calde tinte della loro creatività dando lezioni di pittura ai bambini di passaggio. È il Festival annuale di pittura che non si può svolgere al chiuso per colpa del covid.
A Irkutsk, storico capoluogo della Jacuzia, le scuole sono rimaste aperte, nonostante il freddo. Da queste parti ci sono abituati.
"Tutto bene, tutto normale. Queste condizioni atmosferiche aiutano i pittori a catturare tutta la gamma dei toni di luce e aria" commenta Natalia Khristoforova, una giovane pittrice.
Un bel po' più a occidente, in Estonia, sulle coste baltiche dell'Unione europea, sfortunatamente non fa un freddo siberiano e la pioggia ha guastato la galleria all'aperto di pupazzi di neve modellati a mano da genitori e bambini.
C'erano anche nonni stanchi dell'isolamento anti-pandemico.
Se non vuoi ammalarti diventa un tricheco. In Polonia è la moda di quest'anno: i club dei "Trichechi". Sono gruppi di persone che in costume da bagno sfidano il gelo, tuffandosi in laghi ghiacciati, ballando e sgambettando sulla neve.
Dicono i "Trichechi" che così facendo non si prendono tosse, raffreddore e altri malanni. Forse si preparano a dei vaccini che non arriveranno mai