Londra: chi sceglie Wikileaks marcia per Julian Assange e per il 'futuro del giornalismo'

Un simbolo del giornalismo a cui viene messo il bavaglio. Questo è diventato il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, anche per le centinaia di persone che hanno manifestato a Londra per protestare contro la sua estradizione negli Stati Uniti.
Sono 18 i capi di imputazione mossi da Washington ad Assange, detenuto nell'istituto di massima sicurezza di Belmarsh: se condannato, rischia 175 anni di reclusione in una prigione statunitense.
Nel tweet con le foto della manifestazione: "Siamo qui perché la verità disarmata abbia l'ultima parola. Così che la sentenza di Julian non finisca né con un botto né con un gemito, ma con un maestoso, meraviglioso punto fermo".
"È una protesta per sensibilizzare l'opinione pubblica, sostenere Julian e, con lui, il futuro del giornalismo" dice Kristinn Hrafnsson, numero 2 di Wikileaks.
Tra le rivelazioni di Assange, accusato di cospirazione, c'è anche la divulgazione dei filmati dell'attacco con elicottero Apache statunitense che, 12 anni fa a Baghdad, aveva ucciso nove uomini, tra cui un fotografo dell’agenzia Reuters e il suo autista.
Durante la manifestazione la cantante, Chrissie Hynde, si è fatta portavoce di un vero e proprio appello sia al presidente americano, Donald Trump che al premier britannico Boris Johnson: "Il nostro premier tenga in considerazione quello che la gente pensa e il modo in cui voi stessi la pensate".
Boris Johnson ha rifiutato di commentare il caso individuale, ma ha sorpreso la Camera dei Comuni ammettendo che il trattato di estradizione tra Regno Unito e Stati Uniti è "squilibrato".