Liliana Segre ci racconta l'inferno di Auschwitz

Liliana Segre ci racconta l'inferno di Auschwitz
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Di Cecilia Cacciotto
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Quanto è stato impegnativo tornare da Auschwitz e spiegare a chi non l'ha vissuto? Questo e molto altro nell'intervista integrale in Global Conversation, la prossima settimana su euronews

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Il 19 gennaio 2018, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nomina Liliana Segre senatrice a vita. Nata in una famiglia ebrea milanese nel 1930, la Segre venne espulsa dalla scuola a soli otto anni, dopo la promulgazione delle leggi razziali, nel 1938. Cinque anni dopo fu arrestata e deportata nel campo di concentramento di Auschwitz. Un'esperienza che l'avrebbe segnata per sempre.

AP Photo/Markus Schreiber
Il campo di concentramento di AuschwitzAP Photo/Markus SchreiberMarkus Schreiber

Solo dopo il 1990, ha iniziato a parlarne in pubblico, soprattutto ai giovani. Oggi la sua testimonianza è più importante che mai. euronews l'ha incontrata, alla vigilia del 75° anniversario della liberazione del campo di sterminio. Quanto è stato impegnativo tornare da Auschwitz e raccontare alla gente che cos'era Auschwitz?

Quasi tutti i sopravvissuti, salvo pochissimi, sono tornati, ma non hanno raccontato per lungo tempo. Era francamente troppo difficile allora trovare le parole, per raccontare quello che avevamo visto e sofferto. Ed era quasi impossibile, per chi non aveva visto e sofferto quello, capire cosa eravamo noi, anche come persone, come esseri che erano tornati a vivere dopo quegli anni terribili. E invece una ragazzina sciocca come ero io - che ha compiuto 15 anni dopo essere tornata, che era talmente diversa dalle sue coetanee che ha ritrovato e da quei pochi famigliari che si erano salvati - ha preferito da subito il silenzio, pesante, che non era facile, ma che era meglio che parlare e non essere capiti
Liliana Segre
AFPMarkus Schreiber

Ad Auschwitz la Segre fu messa per circa un anno ai lavori forzati, in una fabbrica di munizioni. Alla fine di gennaio del 1945, dopo l'evacuazione del campo, affrontò la cosiddetta marcia della morte, verso la Germania. Venne liberata tre mesi dopo dal campo di Malchow, dipendente dal complesso concentrazionario femminile di Ravensbrück. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, la Segre fu tra i 25 sopravvissuti. Liliana Segre ha lasciato Auschwitz, ma Auschwitz l'ha mai lasciata?

Tutte le mattine quando mi lavo, vedo il mio braccio con il tatuaggio, che fa parte di me. Per cui, come non posso dimenticarmi il mio naso, non posso dimenticare me stessa in quel numero. Non mi ha mai lasciato in realtà quel ricordo, sono io. Sono io
Liliana Segre

L'intervista integrale di Liliana Segre andrà in onda nel programma Global Conversation la prossima settimana, su euronews.

AFPMarkus Schreiber
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