La France Insoumise ha presentato una mozione di sfiducia contro il premier Bayrou che deve far approvare il urgentemente il bilancio per il 2025. Le opposizioni chiedono certezze. Continua a far discutere la riforma delle pensioni
Mathilde Panot ha presentato una mozione di sfiducia contro il governo francese firmata da altri 57 deputati del partito La France Insoumise, ecologisti e comunisti.
La leader di Lfi ha affermato che la politica del governo è "senza partigianeria e senza futuro".
La mozione va ad aggravare la già drammatica situazione politica nel Paese che in un solo anno ha visto alternarsi quattro primi ministri.
Dopo aver ottenuto il via libera a dicembre François Bayrou aveva rimpiazzato Michel Barnier sfiduciato proprio le proposte di bilancio. La stessa sorte potrebbe toccare ora a Bayrou che ha ereditato l'arduo compito di presentare il tanto attesto piano di bilancio per il 2025 per contribuire a ridurre il deficit francese.
La mozione di sfiducia fa seguito al discorso tenuto dal premier francese martedì pomeriggio a Parigi in cui ha dato il tono alla tabella di marcia del suo governo, nel quale ha anche annunciato la rinegoziazione del contestato piano di innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni.
L'Assemblea nazionale esaminerà la mozione di sfiducia giovedì: per rovesciare il governo servono 289 voti in totale.
Bayrou: torna in cantiere la riforma delle pensioni
Per "conquistare" alcuni parlamentari della sinistra francese, Bayrou ha annunciato di essere disponibile a rinegoziare alcuni aspetti della riforma delle pensioni del presidente francese Emmanuel Macron approvata nel 2023.
Il premier ha infatti detto di voler riportare tale riforma "in cantiere con i partner sociali", precisando che sarà "aperto per un tempo limitato e in condizioni di trasparenza".
In cambio Bayrou sperava che la proposta fosse stata utile a far approvare il piano di bilancio del Paese per l'anno appena iniziato.
Dopo il crollo del precedente governo, è stata approvata una legge di emergenza per consentire allo Stato dal primo gennaio di riscuotere le tasse, pagare le spese di base ed evitare lo shutdown, ma solo un bilancio vero e proprio potrebbe aiutare a ridurre il deficit della Francia e consentire spese fondamentali come le misure di difesa necessarie in relazione alla guerra in Ucraina o gli aiuti promessi agli agricoltori.
I mercati finanziari, le agenzie di rating e la Commissione Ue stanno spingendo la Francia a rispettare le regole europee che limitano il debito e a evitare che i costi di indebitamento della Francia aumentino vertiginosamente, cosa che minaccerebbe la prosperità dei Paesi dell'eurozona.
Il debito è una "spada di Damocle"
"Il debito è una spada di Damocle", ha detto Bayrou all'inizio della sua dichiarazione programmatica, aggiungendo che "tutti i partiti di governo hanno una responsabilità in questa situazione. La Francia non è mai stata così indebitata". Ma anche "tutti i partiti di opposizione, chiedendo sempre spese aggiuntive, hanno danzato il tango fatale che ci ha portati oggi sull'orlo del precipizio".
Il Paese punta su un deficit al 5,4 per cento del Pil nel 2025, una percentuale superiore alla proiezione del 5 per cento fatta dal precedente governo di Michel Barnier. Il governo riduce inoltre le previsioni di crescita allo 0,9 per cento per quest'anno, contro l'1,1 del precedente esecutivo.