Muro contro muro in Francia

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Di Alberto De Filippis
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Il governo francese ufficialmente non intende fare passi, ma le concessioni che sta facendo mettono a rischio il pacchetto di misure per le riforme.

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In una Francia bloccata dagli scioperi i sindacati non mollano, ma nemmeno il governo vuole fare passi indietro. Il premier Edouard Philippe ha confermato che: "Nell'esagono ci sono troppi regimi speciali, ben 42, e va messo un termine a questa situazione per andare verso un regime veramente universale e uguale per tutti". 

Sono già tre settimane che le proteste continuano e oltre un milione di persone si sono mobilizzate. Molte concessioni sono già state fatte dall'esecutivo, ma non sono abbastanza per l'ala dura dei sindacati che chiede invece il ritiro del pacchetto di misure riformiste.

Fra quelli che vengono risparmiati i poliziotti o i pompieri che potranno andare in pensione a 52 e 57 anni a seconda del loro compito. Ci sono altre categorie avvantaggiate, ma le decisioni verranno prese caso per caso. Molte concessioni sono state fatte e altre ne verranno, con alcuni lavoratori che potranno andare in pensione a 57 anni anche se l'età media, secondo il governo, dovrebbe attestarsi sui 64. Dopo varie proposte i primi lavoratori a ricadere nel nuovo regime saarnno quelli nati dopo il 1975.

Il regime universale promesso insomma, sembra a rischio.

Emmanuel Grimaud, un analista afferma: "Un sistema universale non vuol dire che non esistano specificità, ma è legittimo domandarsi se non siano già state fatte troppe concessioni e che questo non possa provocare uno squilibrio e una voglia che tutte le professioni ridiscutano. Non bisogna andare troppo lontano e rischiare quindi di penalizzare tutti gli altri lavoratori quelli cioè che dovrebbero poter andare in pensione a 62 anni o all'età indicativa di 64".

Queste concessioni avranno un costo. Intanto il prossimo incontro fra governo e sindacati avrà luogo il prossimo 7 gennaio. Fino ad allora è probabile che le proteste continuino.

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