Forze turche in Siria. È pulizia etnica?

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Di Alberto De Filippis
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Esiste il rischio che fuggano i membri dell'Isis ancora agli arresti

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Da più parti l'operazione turca in Siria viene definita una pulizia etnica e non un'operazione militare contro una forza nemica. E sembra che le cose siano confermate a guardare le immagini che giungono da Tal Tamer, località al nord est della Siria.

Sono soprattutto i civili curdi a soffrire il peso delle operazioni. Una donna dice che non c'è più da mangiare anche perché non è più possibile approvigionare le città. Nessuno si azzarda a guidare i camion con il rischio di essere bombardati.

Operazioni turche di polizia

Dice una donna: "Perché Erdogan ci sta facendo questo? Non abbiamo più cibo e abbiamo fame". 

Il rischio quasi certo di una nuova crisi umanitaria sta preoccupando le organizzazioni internazionali. Abbiamo raggiunto via skype Hikmat Habib, membro del consiglio democratico siriano, il braccio politico dello SDF. Il gruppo armato curdo: "Nonostante gli attacchi le nostre forze stanno ancora garantendo la sicurezza delle prigioni e dei campi che ospitano migliaia di membri di Isis con le loro famiglie. Prima o poi però le nostre forze, deputate a proteggere Isis, dovranno combattere, anche solo per difendere le proprie famiglie che stanno venendo massacrate dal governo turco. Non stiamo minacciando il mondo dicendo che libereremo i combattenti di Isis, ma non abbiamo che due scelte. O lasciamo che i nostri figli vengano uccisi e proteggiamo il mondo dall'Isis, oppure assumiamo la responsabilità di proteggere i nostri figli".

"Presidente Trump ha sangue sulle mani?", chiede il giornalista

La diaspora curda in Europa, diaspora di un popolo di oltre 25 milioni di persone disperse in più paesi, cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica Si sono avute manifestazioni nelle principali città e la gente ha mostrato la propria rabbia. Molti dei manifestanti hanno parenti in Siria proprio nelle zone dei bombardamenti. .

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