Italia: i 14 mesi dell'alleanza giallo-verde

Ci sono voluti 88 giorni per formare il governo e 24 ore per disfarlo. L’improbabile alleanza giallo-verde, sugellata da un contratto, ha retto 14 mesi. Il primo scontro è arrivato a poco più di un mese con il reddito di cittadinanza, una misura necessaria per il Movimento 5 Stelle, un disincentivo al lavoro per la Lega. Poi con la caduta del ponte Morandi è il vicepremier Di Maio a giocare da leader annunciando subito la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Negli ultimi tempi, il ruolo si è invertito, complici anche i sondaggi che danno alla Lega il manico del coltello. Sull’immigrazione Salvini l’ha fatta da padrone, esautorando di fatto i ministri grillini Toninelli e Trenta sulle sfere di loro competenza. In mezzo c’è stato il contrasto su molte cose dall’Ilva di Taranto, alla legittima difesa, al Salva Roma alla flat tax. Per l’alleanza non è valso neanche il vecchio detto italico dei panni sporchi che si lavano in casa. Infatti i due alleati si sono spaccati davanti a tutta l’Europa con i grillini che hanno appoggiato la presidentessa della Commissione von der Leyen e la Lega no. Poi l’ultimo grande scontro sul Tav a un passo dalle ferie di agosto. Con i sondaggi che danno la Lega primo partito, Salvini ha pensato che era il momento giusto per staccare la spina.