La governatrice Lam: "Le proteste degli ultimi mesi sono uno tsunami per gli affari"
Centinaia di persone vestite di nero si sono radunate questo venerdì all'aeroporto di Hong Kong, per il primo di tre giorni di manifestazioni non autorizzate. La richiesta è sempre quella: più libertà, più democrazia. I manifestanti, che scendono ormai in piazza da settimane, criticano inoltre la repressione della polizia e il governo dell'ex colonia britannica, guidato da Carrie Lam. Gli organizzatori hanno promosso sui social l'azione allo scalo, attraverso una finta carta d'imbarco dove si legge "Hong Kong per la libertà".
Lam: "Proteste, uno tsunami per gli affari"
La governatrice Carrie Lam è intervenuta, dichiarando in conferenza stampa che le proteste degli ultimi mesi hanno colpito gli affari con l'effetto di un tsunami e la comunità imprenditoriale è molto preoccupata, per le conseguenze a lungo termine.
Dalla legge sull'estradizione, alla democrazia
Le proteste sono scoppiate a fine marzo, con l'obiettivo di ritirare una controversa legge sulle estradizioni in Cina. Il timore era che si sarebbe fornito a Pechino uno strumento per imprigionare i dissidenti, rifugiatisi a Hong Kong. Il 9 luglio, Lam dichiarava "morto" il disegno di legge, fatto che non placava comunque la rabbia dei manifestanti.