Ong di nuovo in mare, Salvini: "In Italia non si sbarca"

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Di Stefania De Michele
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L'Ocean Viking è diretta verso la Libia per il soccorso ai migranti in difficoltà

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Parte con una condanna ferma all'inazione, definita criminale, dei governi europei. Termina con la decisione di riprendere l'attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Sos Mediterranée e Medici senza frontiere sono dunque tornate in mare con una nuova nave, l'Ocean Viking, che batte bandiera norvegese.

Ocean Viking in navigazione verso la Libia

In navigazione da giovedì, l'Ocean Viking è diretta verso le coste della Libia per presidiare una delle rotte più pericolose al mondo con 426 vittime dall’inizio dell’anno nel Mediterraneo. Una 'mattanza' nel tentativo di scappare dal conflitto libico e dalle condizioni deprecabili dei centri di detenzione nel Paese.

Il veto di Salvini sui social: "In Italia i porti restano chiusi"

L'attacco delle ong è rivolto all'Unione Europea che non ha realizzato un sistema congiunto di soccorso, ma la risposta è arrivata via social dal ministro dell'Interno Matteo Salvini con il veto a qualsiasi sbarco in Italia: "Adesso partono pure dal Mare del Nord per venire ad aiutare gli scafisti nel Mediterraneo, roba da matti", scrive Salvini su Instagram, postando la foto della nave delle due ong. "Ong avvisata, mezza salvata: in Italia non sbarcate".

L'Ocean Viking raccoglie l'eredità dell'Aquarius, ferma dal dicembre del 2018, dopo una campagna che ha portato al soccorso di 30.000 migranti in difficoltà.

Sulla nave, che potrà trasportare oltre 200 persone, opererà con un equipaggio di 31 membri, tra cui 13 soccorritori di Sos Mediterranée e 9 di Medici Senza Frontiere.

"Torniamo in mare per salvare vite. Non possiamo restare in silenzio mentre persone vulnerabili subiscono sofferenze evitabili"
Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere in Italia

"I governi europei vogliono far credere che la morte di centinaia di persone in mare e la sofferenza di migliaia di rifugiati e migranti intrappolati in Libia siano un prezzo accettabile per le politiche di controllo della migrazione», scrive in una nota Sam Turner, capo missione di MSF per le attività di ricerca e soccorso. "La realtà è che mentre sbandierano la fine della cosiddetta crisi migratoria in Europa, fanno consapevolmente finta di non vedere la crisi umanitaria che queste politiche perpetuano in mare e in Libia. Non possiamo restare a guardare".

"Da un anno assistiamo a un deterioramento della risposta dell'Unione Europea al dramma nel Mediterraneo", dice Frédéric Penard, direttore delle operazioni di Sos Mediterranée.

La nave Aquarius, su cui hanno precedentemente operato congiuntamente Sos Méditerranée e Medici senza Frontiere, è stata più volte al centro di problemi giuridici e polemiche che hanno raggiunto il clou nel giugno del 2018, quando l’Italia si è rifiutata di aprire i propri porti per accogliere i 629 migranti a bordo, che sono stati infine portati in Spagna. Il 20 novembre 2018 è stata sequestrata nel porto di Marsiglia per smaltimento illecito di rifiuti.

L’inchiesta è ancora in corso.

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