Cronache dallo Spazio con Luca Parmitano: le "tradizioni spaziali"

Cronache dallo Spazio con Luca Parmitano: le "tradizioni spaziali"
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Di Jeremy WilksLuca Parmitano
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In questo episodio Parmitano e Morgan ci fanno immergere nelle tradizioni dei voli spaziali: un viaggio vero e proprio, questo nostro oggi, che ci permetterà di capire con piccoli esempi, tuttavia significativi, quali sono i gesti e i luoghi che hanno reso speciale questo mondo

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Le nostre cronache dallo spazio si arricchiscono di volta in volta e passo dopo passo siamo arrivati al terzo episodio. E' sempre più vicino infatti il 20 luglio, (il cinquantesimo anniversario dall'approdo del primo uomo sulla Luna avvenuto, appunto, nel lontano 20 luglio 1969) giorno in cui l'astronauta italiano Luca Parmitano decollerà per la sua seconda missione, Beyond, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e, soprattutto, diventerà il primo italiano ad assumere il comando della Stazione Spaziale Internazionale, dopo aver già partecipato alla missione "Volare" in orbita per 166 giorni e dove ha quindi già affrontato il periodo di quarantena: per due volte come membro dell'equipaggio di riserva che accompagna ogni missione spaziale, e una volta come membro dell'equipaggio primario.

Per questo viaggio non "da riserva", dunque, "AstroLuca" ha iniziato la quarantena già lo scorso 28 giugno: una prima fase di semi-isolamento in Russia con la sua famiglia, nel centro di addestramento dei cosmonauti di Città delle Stelle (Star City) alle porte di Mosca. Nuovo avamposto dopo Colonia e Houston.

Parmitano partirà nel pomeriggio del 20 luglio dal Cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan, alle 18,29 ora italiana, e insieme a lui, a bordo della Soyuz, voleranno verso la Stazione Spaziale Internazionale anche il russo Alexandr Skvortsov e lo statunitense Andrew Morgan. Il nome scelto per la missione "Beyond" - che in italiano significa Oltre - è il nome giusto per questa esperienza: andare oltre, esplorare, non fermarsi dove tutti già si trovano.

REUTERS/Maxim Shemetov
Il Soyuz MS-13 pronto per il lancioREUTERS/Maxim Shemetov

In questo episodio Parmitano e Andrew Morgan (astronauta della Nasa) ci fanno immergere nelle tradizioni dei voli spaziali: un viaggio tra i gesti e i luoghi che hanno reso speciale questo mondo di ricerca e avventure.

Leggi anche ➡ Parmitano a Euronews: sogno di andare sulla Luna

Andrew Morgan racconta dell'albero da lui piantato per la prima volta, tradizione a cui ha dato avvio il russo Yuri Gagarin (il primo uomo ad arrivare in orbita il 12 aprile 1961, evento storico dopo il quale John Kennedy annunciava al Congresso americano l'inizio del Programma Apollo). Oppure del "pit stop" sulle gomme della navetta che porta allo space shuttle per svuotarsi la vescica: lo fece per primo Gagarin e il suo volo andò bene, quindi la tradizione da allora è stata rispettata. 

Cosa ha mosso il primo sbarco sulla Luna: un pò di storia (a proposito di tradizioni)

E' stata una corsa allo spazio fra Stati Uniti e Russia quella che scatenò lo sbarco lunare. Corsa iniziata il 4 ottobre 1957 dal 'bip' del primo satellite artificiale: il sovietico Sputnik; da allora le due superpotenze avevano inseguito un record dopo l'altro senza esclusioni di colpi e con un netto vantaggio iniziale dell'Urss, soprattutto quando il 3 novembre 1957 lo Sputnik 2 aveva portato nello spazio il primo essere vivente, la cagnetta Laika, e appunto il 12 aprile 1961 Yuri Gagarin.

Il punto fra le superpotenze oggi

Oggi Stati Uniti e Russia sono partner nella costruzione e nella gestione della più grande struttura mai costruita fra le stelle, la Stazione Spaziale Internazionale, e collaborano a questa impresa insieme alle agenzie spaziali di Europa, Canada e Giappone.

Dopo la fine dell'era dello Space Shuttle, dunque, che in trent'anni compresi fra il 1981 e il 2011 aveva assicurato i voli degli astronauti americani ed europei, la Russia è attualmente l'unico Paese in grado di portare uomini in orbita con il suo lanciatore Soyuz. In qualche modo la diplomazia spaziale è subentrata alla competizione, tanto che, anche dopo la dichiarazione di voler portare di nuovo l'uomo (o la donna) sulla Luna nel 2024, gli Stati Uniti non vogliono farlo da soli, annunciando, ad esempio, di voler unire le loro forze a quelle del Giappone. Ma sono i nuovi protagonisti ad essersi "affacciati sullo spazio".

La Cina, ad esempio, sta costruendo una sua stazione spaziale mostrando un grande interesse per la Luna, della quale dal 3 gennaio 2019 sta esplorando il lato nascosto con la sonda ChangE4; anche India e Israele hanno mostrato grande interesse.

L'ingresso dei privati

La novità piu' grande è quella che ha visto i privati scendere in campo dopo la cancellazione del programma Constellation da parte dell'amministrazione Obama. Quella decisione ha portato la Nasa a stringere accordi con aziende private, come la SpaceX di Elon Musk, la Sierra Nevada e ancora Boeing, Lockheed Martin, Orbital-ATK e la Blue Origin di Jeff Bezos, che ha recentemente presentato il lander lunare 'Blue Moon'.

Un'altra grande differenza rispetto a mezzo secolo fa è che questa volta si torna sulla Luna per restarvi e già, nei laboratori della Nasa come in quelli dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), si studiano tecnologie capaci di difendere l'uomo dai pericoli delle radiazioni e per costruire gli alloggi che li ospiteranno, molto probabilmente stampati in 3D utilizzando come 'inchiostro' il suolo lunare.

In collaborazione con l'Agenzia spaziale europea (Esa)

Risorse addizionali per questo articolo • Simona Zecchi Giornalista

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