In El Salvador giura nuovo presidente

el Salvador è uno dei paesi più pericolosi del mondo. Qui il numero delle persone che lo hanno lasciato è pari alla metà della popolazione. Con il minor tasso di investimento estero della zona, devastato da una guerra feroce fra bande criminali, le pandillas. È qui che si è insediato Nayib Bukele, il nuovo presidente. Una specie di Berlusconi locale, di origine palestinese, capo della Yamaha san Salvador, di vari canali tv e imprenditore fin dalla tenera età. Ha sempe militato nelle file dello FMLN, partito di estrema sinistra vicino a Cuba, ma per questa campagna ha fondato un partito e ha raccolto attorno a sé gli alleati.
Grande oratore ha descritto la nazione come "un bambino malato e per farlo guarire tuti i cittadini dovranno prendere un po' di medicine".
Alcuni temono sia il preludio di una finanziaria lacrime e sangue.
"Spero in un miglior governo", dice una donna, "qualcosa che sia meglio per tutti."
Una speranza sorta negli anni 80 quando questo paese si è trasformato in un inferno a causa del narcotraffico e delle maras, le bande criminali che gestiscono ogni aspetto della malavita.
Bukele ha promesso di migliorare la vita dei suoi concittadini, resta da vedere se la sua scommessa sarà vincente