A Torino, la mobilità del futuro

A Torino, la mobilità del futuro
Di Diego Malcangi
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Il futuro esposto a Torino, alle OGR: aziende e investitori si sono incontrati in quello che per il pubblico sembra un mondo parallelo, con un complicato domani che sbarca nel presente.

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La velocità e lo spaesamento, la competizione e la ricerca sono alcuni dei materiali su cui si costruisce lo sviluppo delle nostre società. Perché non ci sarebbe investimento senza competizione, e quindi se non ci fosse bisogno della ricerca, ma non ci sarebbero regole e interrogativi se non ci fosse anche una sana paura.

A Torino su tutto questo puntano molto, e lo si è visto nel recente meeting internazionale sull'innovazione per le tecnologie dei veicoli e dell'autotrasporto, o VTM, alle Officine Grandi Riparazioni, alla sua prima edizione e un unicum, perché solitamente si tratta di una branca presentata all'interno del quadro più generale dei grandi saloni dell'automobile.

In questo caso invece si è scelto di concentrarsi unicamente sull'auto che verrà, con quasi duecentocinquanta aziende e una cinquantina di buyer che si sono confrontati su prototipi e ricerca, più che su modelli pronti per il mercato.

Il tutto immerso in un contesto che consente di immaginare l'auto nel suo sviluppo complessivo, perché Torino è particolare, con gli investimenti in corso sull'infrastruttura ma anche su settori solo apparentemente lontani come la sanità – si stanno ultimando i lavori per il nuovo polo sanitario, altamente informatizzato e pronto per le interconnessioni del futuro -, e poi c'è un'expertise particolarmente consolidata e una rete di aziende pronte a fare da indotto. Un buon terreno di coltura per l'auto del futuro insomma, grazie anche ai finanziamenti regionali per le aziende che decidano di installarsi qui. E l'automotive diventa il motore di un'economia molto più integrata di quanto si possa pensare.

Guliano Lengo, Centro Estero per l'Internazionalizzazione - General Manager:

“È logico che un business del genere non si porta dietro solo le quattro ruote, ma si porta dietro sistemi di trasmissione, sistemi cripto, sistemi di cybersecurity, sistemi di trasmissione... cioè, è un mondo che cambia, ed è sempre un mondo più integrato e terribilmente incastrato con altri settori”.

Non è quindi un caso che proprio a Torino si sia potuta effettuare una prova su strada dell'auto senza guidatore, finora testata solo in circuito chiuso. Era la prima volta in Italia.

Prova di funzionalità L2, cioè tale da richiedere ancora la presenza del guidatore. Non perché sia incompleta l'auto, che in teoria sarebbe praticamente pronta a compiere il balzo verso l'automatizzazione totale, ma perché manca in parte l'infrastruttura: materiale, ma anche normativa ed etica.

Dice ancora Guliano Lengo:

“Meccanicamente, elettronicamente, le acquisizioni tra cinque.. ma secondo me tra due anni le vetture sono già in grado di rispondere tecnicamente. Poi però c'è tutta la parte legata all'umanismo della macchina. Le faccio un esempio: lei oggi guida, si trova a un attraversamento pedonale e le arrivano davanti da due lati diversi una signora che attende un figlio e un bambino di cinque anni.

Cosa succede nella sua testa di guidatore, in quel microsecondo? Non lo so, ma lei a un certo punto prende una decisione. Non potendoli salvare entrambi, ne salva uno. Ecco, allora: come la macchina sarà istruita, su questo? Io parlo di trasmissione di coscienza, dall'uomo alla macchina.

Noi siamo un soggetto, che civilmente e penalmente poi è responsabile di quello che fa. Bisogna vedere questo come sarà riportato su un'auto estremamente intelligente, e come l'auto sarà addestrata a reagire. Il che vuol dire che l'assicurazione dell'auto non sarà più a carico di chi la compra e chi la guida, ma di chi la produce. Quindi è un mondo che cambia, la cosa che succede però è che cambia a una velocità terribile. Terribile”.

Realtà integrate, ma anche realtà compatibili. Con l'umano, e con l'ambiente. Otre al funzionamento dell'auto c'è da valutare anche il consumo, l'impatto ambientale, ed è un tema la cui urgenza è sempre più sottolineata, anche nella COP24, la conferenza sull'ambiente che si è tenuta pochi giorni fa in Polonia.

Tanto evidente, l'urgenza, che sono anche le stesse aziende petrolifere a pensare alla diversificazione e al contenimento dei consumi. Come la Shell, che ha organizzato l'EcoMarathon. Vi partecipano anche gli studenti del Politecnico torinese, in seno al quale è stata creata e strutturata una vera e propria azienda, occasione per gli studenti di mettere direttamente in pratica ciò che apprendono, sviluppare la managerialità e proporsi alle aziende del settore. Hanno presentato una loro auto, in concorso.

Marco Francesco Ardemagni, che si occupa della comunicazione e marketing, spiega:

“Vince chi consuma meno. Una gara di regolarità, in cui i veicoli si sfidano su un percorso cittadino, da percorrere in un tempo inferiore ai trentanove minuti. Alla fine vengono prelevati i consumi, e la macchina che ha consumato meno vince. Ci sono due categorie principali di veicoli: lo Urban Concept, come il nostro veicolo Xam, e i prototipi, di cui abbiamo un altro esemplare, HydraKronos. Ognuno di essi è diviso per categorie in base al tipo di alimentazione. Abbiamo idrogeno, il motore termico tradizionale e veicoli elettrici. Noi concorriamo nella categoria prototipi con un veicolo a idrogeno, mentre nella categoria Urban Concept con un veicolo dotato di motore termico”.

- Cioè a benzina...

“A benzina in origine. Noi l'abbiamo modificato affinché funzioni a bioetanolo, quindi è stato rimappato, sono state fatte delle modifiche per quanto riguarda l'aspirazione, l'albero a camme e via dicendo, appunto per ottimizzare il funzionamento a bioetanolo che è un combustibile più ecologico della tradizionale benzina. In più noi abbiamo anche un power train di tipo elettrico, che accompagna il motore termico, e quindi di recuperare energia in frenata e quindi abbattere ulteriormente i consumi e le emissioni”.

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E fin qui siamo nell'ambito di una quasi normalità, o di un'innovazione meno spettacolare. Anche se è difficile parlare di "quasi normalità" di fronte a progetti con l'auto gonfiabile, o BlowUp, inventata da un ingegnere abruzzese. O agli altri modelli allineati nella due giorni torinese. Al meeting però si è parlato anche di nuova mobilità, con realtà come Italdesign, che ha presentato un modello della PopUp Next, l'auto elettrica in grado di volare, e poi torniamo sulla terra: avete presente la Salerno-Reggio Calabria? Beh, Anas è venuta a spiegare come la stia trasformando nella prima smart-road d'Italia.

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