La Procura spagnola ha chieste pene durissime, dai 16 ai 25 anni, per i nove leader indipendentisti catalani in carcere preventivo da oltre un anno. Ma l'Avvocatura di Stato chiede che venga cancellato il reato di ribellione a favore di quello di sedizione, per cui la pena massima è di 12 anni.
Accusato di ribellione
Oriol Junqueras, 49 anni, ex numero 2 di Puigdemont (Vice-Presidente della Catalogna) e leader del partito indipendentista catalano, rischia una pena di 25 anni di carcere (e interdizione dai pubblici uffici), richiesta dalla Procura spagnola.
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Per i due Jordi**, Sànchez e Cuixart, chiesti 17 anni di reclusione.
Stessa pena detentiva richiesta per Carme Forcadell, ex Presidente del Parlamento catalano.
Sedici anni richiesti per i consiglieri Jordi Turull, Raul Romeva, Joaquim Fom, Dolors Bassa e Josep Rull.
Sul suo profilo Twitter, Carles Puigdemont scrive**: "_La libertà è minacciata. Non è possibile che l'Europa osservi in silenzio...".
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**Dirigenti catalani in carcere
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**- ORIOL JUNQUERAS
****- JORDI SÂNCHEZ
****. JORDI CUIXART
****- CARME FORCADELL
****- JORDI TURULL
****- RAUL ROMEVA
****- JOAQUIM FOM
****- DOLORS BASSA
**- JOSEP RULL
**Indagati, a piede libero
****- CARLES MUNDÒ
****- MARITXELL BORRÂS
****- SANTIAGO VILA
****- JOSE0 LLUIS TRAPERO (ex maggiore dei Mossos de Esquadra) **
Conflitto tra i poteri della giustizia
Carmen Calvo, Vice-Presidente del Governo spagnolo e la Ministra della Giustizia Dolores Delgado arrivano alla conferenza stampa.
Ma l'Avvocatura dello Stato - un organo separato designato dal governo che prosegue nel caso - si prende la scena: ha fatto sapere che le accuse di ribellione dovrebbero essere fatte cadere a favore del minore reato di sedizione (sommossa violenta contro il potere costituito) che richiederebbe una pena massima di 12 anni.
Il Governo spagnolo ha negato che la decisione dell'Avvocatura dello Stato di abbandonare le accuse di ribellione contro i leader catalani coinvolti nella corsa all'indipendenza sia un gesto conciliante per i separatisti.
Le accuse minori da parte dell'Avvocatura di Stato sono considerate, da alcuni analisti, parte degli sforzi del Governo per ridurre le tensioni tra Madrid e Barcellona, anche se il Ministro della Giustizia Dolores Delgado ha affermato che si tratta solo di criteri puramente giudiziari. Niente trattative, nè gesti simbolici.
"Non si tratta di un gesto simbolico, ma dalla professionalità dell'ufficio del Procuratore di Stato, sulla base di parametri tecnici, legali e giuridici", dichiara la Ministra della Giustizia.
"Sánchez complice della repressione"
Al Parlamento catalano intervengono anche Quim Torra e Roger Torrent, presidenti della Generalitat e del Parlamento. Dure le parole di Quim Torra.
"Il presidente Sánchez ha deciso di non agire, il che equivale a essere un complice della repressione. È un assoluto disprezzo per i democratici imprigionati".
Per i tre consiglieri indipendentisti attualmente a piede libero, Carles Mundó, Maritxell Borrás e Santiago Vila, le richieste scendono a 7 anni di carcere, essendo loro contestato solo il reato di malversazione.
Nell'istruttoria dell'alto tribunale dell'Audiencia Nacional, la Procura sollecita 11 anni di carcere per l'ex maggiore dei Mossos d'Esquadra, Josep Lluis Trapero, a sua volta accusato di ribellione.
Questa l'eredità lasciata dal referendum in Catalogna del 1.ottobre 2017 e della successiva dichiarazione d'indipendenza unilaterale.
Una vicenda che, ora, rischia di incancrenirsi ulteriormente.