Olimpiadi, Appendino a euronews: Torino è ancora in corsa

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Di Maria Elena Spagnolo
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"Quali siano state le logiche tra Cinque Stelle e Lega, io non le conosco e non posso essere portavoce del governo", spiega dopo l'annuncio della candidatura Milano Cortina alle Olimpiadi del 2026

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Milano-Cortina. È questa la candidatura firmata dal presidente del Coni Malagò per le Olimpiadi della neve 2026. Esclusa Torino, con la sindaca Chiara Appendino che subito reagisce all’annuncio, arrivato dopo mesi di trattative infruttuose sulla possibilità di una candidatura a tre.  

"Sindaca, come commenta la candidatura Milano-Cortina ufficializzata dal CONI?"

Chiara Appendino, Sindaca di Torino: "A noi risulta essere una scelta incomprensibile. Lo dico perché sia io che i sindaci della valle ci siamo spesi moltissimo per creare un dossier che rispettasse i criteri del CIO, quindi del recupero, del riutilizzo; il fatto che non dovessimo costruire sostanzialmente nulla era assolutamente coerente con le regole del CIO che parlano di legacy. 

Questa candidatura Milano-Cortina per noi è incomprensibile, perché innanzitutto lì si dovrebbero costruire molte infrastrutture. Quindi sarebbe più costosa. In secondo luogo, il governo - almeno così abbiamo appreso - avrebbe detto che non le finanzia, quindi anche le garanzie non ci sarebbero. 

Quindi noi, da persone serie quali siamo, abbiamo lavorato fino all’ultimo per una candidatura coerente, in cui crediamo. Io sono arrivata quasi a dimettermi per portare avanti questa candidatura. Di fronte a uno scenario incerto, a una candidatura così multipla poco credibile, noi abbiamo ribadito che il nostro dossier è il più forte e ho chiesto al CONI anche oggi di metterlo in votazione. 

Se esiste la candidatura Milano-Cortina, che è nata oggi - io non ho mai visto il dossier peraltro - allora esiste anche la candidatura di Torino con le sue valli. Quindi chiediamo di mettere in votazione i due dossier".

"Facciamo chiarezza. Torino si è sfilata o no?"

Appendino: "Torino non si è mai sfilata. Torino, nella mia persona, ha lottato fin dal primo giorno per candidare la sua città con un modello in cui credeva e che peraltro aveva una grandissima spinta del territorio. 

Il 70% dei torinesi vuole le Olimpiadi. Poi si è creato uno scenario per cui ci è stato chiesto di dare la disponibilità su un'Olimpiade a tre, su cui io son stata sempre molto molto scettica; anche perché noi le abbiamo fatte qui le Olimpiadi. Io faccio qualche domanda - e l’ho fatta ovviamente al governo e al CONI -: la famiglia olimpica come la gestiamo? Facciamo tre "Casa Italia"? Tre "Medal Plaza"? Come gestiamo l’evento su un’area così vasta? 

Io quando ho iniziato a dare disponibilità ho chiesto risposte. Non sono mai arrivate. In più il governo ha detto che non stanziava i soldi. Io credo che lo scenario sia cambiato, quindi alla luce delle nuove regole del CIO (che peraltro ribadiscono che bisogna recuperare gli impianti), qua c’è tutto. 

Qualcuno, il Paese, il CONI, ci dovrà spiegare. Dovrà spiegare alla popolazione perchè ha deciso di fare un Olimpiade non sostenibile e più costosa, quando dall’altra parte poteva recuperare gli impianti". 

"Quindi chi è il responsabile di questa scelta?"

Appendino: "C’è stata tantissima confusione in questo ultimo mese e mezzo. Io credo che sarebbe stato meglio scegliere fin da subito una città. Il modello a tre ha creato moltissima confusione gestionale, di responsabilità. 

Ancora oggi non si capisce chi firmerà il contratto; "l'host city contract" io ho visto la bozza, ci è stata mandata come città, e prevede una firma unica. Come gestisci il debito o comunque i costi? Chi se ne fa carico? Allora io credo che non si sia voluto scegliere un mese e mezzo fa, si è creata questa confusione e oggi siamo ancora nell’incertezza. A me non è chiaro come una candidatura olimpica possa stare in piedi senza le garanzie finanziare ed economiche del governo".

"Il presidente del CONI Malagò ha detto che è stata una scelta concordata con il governo. Il governo Lega-Cinque Stelle non ha sostenuto Torino?"

Appendino: "A me risulta che il Consiglio dei Ministri - peraltro dichiarato da Giorgetti negli ultimi giorni - abbia ribadito che non ci sarà un sostegno finanziario all’evento. Quali siano state le logiche tra Cinque Stelle e Lega, io non le conosco e non posso essere portavoce del governo. 

Quello che dico con certezza è che c’era da una parte un modello che si basava sul recupero, era la prima volta che si poteva candidare una città italiana che aveva già fatto le Olimpiadi e aveva già tutto. 

Dall’altra parte c’è un modello più costoso, che prevede comunque di costruire, di intervenire dal punto di vista ambientale, perché bisogna costruire tra le montagne. Io onestamente non comprendo questa scelta. 

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Poi quale sia stata la dinamica tra CONI e governo, io ovviamente non la conosco. Dico semplicemente che la città non si è sfilata, ha lottato fino all’utimo e continua a lottare, perché noi continuiamo a lottare per Torino e le sue valli, un modello dal mio punto di vista più credibile per il Paese stesso".

"La Lega ha preferito tutelare gli interessi del lombardo-veneto?"

Appendino: "Ho letto molte dichiarazioni, perché c’è stata molta confusione. Secondo me l’errore è a monte.

 Un'Olimpiade su un raggio così ampio per chi le ha vissute - perché io ripeto: le Olimpiadi a Torino le abbiamo fatte - sembra veramente surreale. 

È stato un tentativo di mediazione politica, ma non si è intervenuti nel merito. Io è da un mese è mezzo che chiedo un’analisi costi-benefici. Qualcuno mi può dimostrare che questo modello a 2/3 è meno costoso del modello a uno? A me non l’ha dimostrato nessuno, infatti io non ci credo onestamente. Quindi credo sia stata fatta molta confusione e peraltro quindi si è indebolita la candidatura, che oggi sembrerebbe essere in campo".

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"Quindi secondo lei Torino è ancora in corsa. Qual è la sua proposta?"

Appendino: "Io ho chiesto ancora oggi al CONI di mettere in votazione il dosser Torino. Abbiamo le strutture, abbiamo gli impianti, le infrastutture stradali, possiamo ridurre i costi di gestione, abbiamo anche il know-how. 

Qua ci sono le persone che hanno già fatto le Olimpiadi 2006, dall’altra parte non c’è nulla, non c'è un dossier, non si sanno i costi, non si sa se c’è un impegno del governo. Io penso sia ora di fare chiarezza e se necessario di assumersi le proprie responsabilità".

"C’è chi obietta che normalmente un’Olimpiade non viene riassegnata così in fretta a una città che l’ha già ottenuta. Lei cosa risponde?"

Appendino: "Il CIO sostiene come principio cardine la legacy, che è l’eredità. E noi abbiamo una doppia legacy: l'eredità infrastrutturale e l’eredità del know-how e quindi siamo assolutamente coerenti. E anzi, dico di più: il fatto che noi le abbiamo già fatte, ci permetterebbe di correggere anche quelle piccole strutture che ci sono state del post-olimpico. Quindi noi oggi potremmo essere pronti a fare le Olimpiadi due o tre anni prima dell’evento e focalizzarci sul post-olimpico. Tutto questo perché non dobbiamo costruire nulla. Le altre città non sono in queste condizioni".

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