Domenica di referendum in Svizzera. Dopo il Canton Ticino, anche il San Gallo dice "no" al velo nei luoghi pubblici. Bocciate le proposte per gli "alimenti equi" e la "sovranità alimentare". Passa invece l'ampliamento delle competenze confederali in materia di piste ciclabili
Meno burqua, più piste ciclabili e via libera agli OGM nel piatto. In una domenica ricca di referendum, come solo in Svizzera può accadere, il Cantone del San Gallo ha approvato con oltre il 65% il divieto al velo e a qualsiasi altra forma occultamento del volto negli spazi pubblici. Sulla misura, già adottata dal vicino Canton Ticino, il resto del Paese si pronuncerà con ogni probabilità il prossimo anno.
Qui le spiegazioni del Consiglio federale elvetico sulle tre consultazioni di questa domenica.
Sì agli OGM, no alla "sovranità alimentare"
Già a livello nazionale, invece, l'altrettanto sonoro "no" incassato dalle due consultazioni "Per gli alimenti equi" e per la "sovranità alimentare". Quest'ultima, bocciata con il 68,37%,avrebbe tra l'altro previsto interventi in favore dell'agricoltura locale e un divieto al ricorso agli OGM, che dal 2005 è già oggetto di una moratoria. La geografia del voto mostra tuttavia una profonda divergenza d'opinione con i cantoni francofoni, che si sono tutti pronunciati a favore dei due quesiti e contro le indicazioni del governo confederale, che ha invece apertamento sostenuto il "no". Con il 61,3% gli svizzeri si sono opposti anche a una produzione agricola più rispettosa di ambiente, animali e condizioni di lavoro, mentre hanno approvato con il 73,6% l'ampliamento delle competenze confederali in materia di piste ciclabili.