Theresa May: "Non spaccherò il Paese"

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Di Diego Giuliani
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"Sì a nuove proposte, ma si rispetti il referendum". Theresa May dopo il "no" europeo al suo piano sulla Brexit: "Non spaccherò il Paese, nessun accordo è meglio di un cattivo accordo"

"Sì a nuove proposte, ma si rispetti il referendum. Non spaccherò il Paese"

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Pronti a formulare nuove proposte, ma nel rispetto del referendum e senza spaccare il Paese. All'indomani della **bocciatura del piano di Londra sulla Brexit **da parte dei leader europei riuniti a Salisburgo, la premier britannica Theresa May si dice pronta alla ricerca di un compromesso, ma mette i paletti.

"Qualsiasi soluzione che non rispettasse i risultati del referendum e che finisse per spaccare in due il nostro paese - ha detto -, sarebbe una soluzione sbagliata. Come ho sempre detto: nessun accordo è sempre meglio di un cattivo accordo. All'Unione Europea sia chiaro che non stravolgerò i risultati del referendum e che non spaccherò in due il mio paese. Abbiamo bisogno di un impegno serio per risolvere i due grandi nodi di questi negoziati - la definizione di una zona di libero scambio e i confini tra Irlanda e Irlanda del Nord. E noi siamo pronti." "Al momento siamo in un vicolo cieco - ha poi ammesso la May - ma nessuna delle parti può chiedere all'altra l'impossibile".

Il prestigioso quotidiano britannico The Guardian mette l'accento sulla "richiesta di rispetto" di Theresa May all'Unione Europea

Theresa May ha inoltre detto di essersi sempre rapportata "con rispetto" all'Unione Europea e di ritenere quindi che il Regno Unito si attende quindi un pari trattamento. "Non è accettabile rifiutare le proposte della controparte, senza spiegare il perché", ha in sintesi detto la premier britannica, invitando anche l'Europa a formulare delle controproposte.

May avanti tutta: un messaggio per l'Europa (e per il congresso dei Tories)

Annunciato in mattinata, l'intervento di Theresa May è stato preceduto da voci che ipotizzavano addirittura le sue dimissioni. Malgrado la doccia fredda ricevuta a Salisburgo, da cui sperava di tornare con in tasca un appoggio europeo al suo piano sulla Brexit, la premier britannica ha confermato che andrà avanti per la sua strada. Un messaggio all'Europa, certo, ma anche al suo elettorato e agli insoddisfatti del suo partito conservatore, che il 30 settembre si riunirà in Congresso a Birmingham.

"Non sono certa che i toni utilizzati sortiranno qualche effetto con Bruxelles - scrive su Twitter la reporter della BBC, Laura Kuenssberg - ma certo farà piacere a chi invoca una leadership più forte del suo partito"

Il nodo delle frontiere che divide Londra e Bruxelles

Principale nodo su cui si stanno arenando i negoziati sulla Brexit è quello dei confini tra Irlanda e Irlanda del Nord. "Con Bruxelles siamo d'accordo sull'esigenza di evitare il ripristino delle frontiere fisiche", ha ribadito la May. Là dove le posizioni divergono è però sul cosiddetto "backstop": come rete di sicurezza, Bruxelles propone un transitorio allineamento dell'Irlanda del Nord alla disciplina UE, in cui Londra vede però una "divisione del Regno Unito in due territori doganali".

In gergo noto come "dei Chequers", il piano sulla Brexit portato questa settimana al vertice europeo di Salisburgo da Theresa May, ha incassato forti critiche a diversi livelli. Il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha di fatto invitato Londra a rivedere il progetto, sostenendo che così come formulato "non funzionerà", soprattutto rispetto alla definizione delle "relazioni economiche".

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