Brexit: la May all'angolo

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Di Alberto De Filippis
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I laburisti chiedono elezioni anticipate, mentre laa preier denuncia uno stallo nei negoziati con la UE

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Il primo ministro Theresa May ha denunciato una fase di stallo dei negoziati con l'Unione europea sulla Brexit, dopo il rifiuto delle sue proposte al vertice informale di Salisburgo, in Austria.

Il progetto della May non è stato accolto con favore. C'è stato rifiuto opposto dai partner europei che lo reputano irrispettoso dell'integrità del mercato unico e delle quattro libertà di movimento (beni, servizi, persone e capitali).

May: "Ora abbiamo bisogno di sentire dall'Ue quali sono i problemi reali e le alternative che propongono", ha commentato la premier. "Nel frattempo, non saremo in grado di fare alcun progresso".

E ha continuato: "È inaccettabile respingere la proposta di una delle parti senza una spiegazione dettagliata e senza una controproposta", ha aggiunto, facendo riferimento alle posizioni dell'Ue.Il capo del governo di Londra si è detta convinta che il suo piano presentato a luglio - chiamato piano Chequers - che prevede il mantenimento di una stretta relazione economica con l'Ue, una "special partnership" con la creazione di un'area di libero scambio per prodotti industriali e agricoli, resti "il modo migliore per proteggere i posti di lavoro nel Regno Unito e in Europa".

Secondo la stampa britannica la May sarebbe stata addirittura umiliata.

E questo malgrado i tentativi accomodanti di Donald Tusk, presidente del consiglio europeo. Eppure, secondo la premier la sua proposta consentirebbe fra l'altro di evitare la creazione di un "confine fisico" tra la provincia britannica dell'Irlanda del Nord e la Repubblica d'Irlanda, come tra l'altro chiedono da Bruxelles.

Come se non bastasse per la May resta la grana scozzese con la regione che preme invece per restare dentro l'Unione e il suo mercato comune e su queste difficoltà l'opposizione laburista ha intenzione di attaccare la May. Il leader laburista Corbyn arriva a chiedere elezioni anticipate.

Sarebbero stati soprattutto il presidente francese e la cancelliera tedesca a fare quadrato, stringere i ranghi europei e mettere all'angolo il capo del governo di Londra. Secondo gli osservatori Parigi e Berlino vorrebbero una hard brexit anche per dissuadere le spinte di altri paesi euroscettici che potrebbero voler seguire l'esempio di Londra.

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