Un Pac-Man gigante contro il "Continente di plastica"

Un Pac-Man gigante contro il "Continente di plastica"
Di Diego Giuliani
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Al via da San Francisco la prima missione del System 001: barriera galleggiante trainata nel Pacifico, per "ingurgitare" il milione e mezzo di chilometri quadrati che stanno strangolando la fauna marina (e avvelenando l'uomo)

PUBBLICITÀ

Dal Golden Gate al pieno Pacifico per liberare il pianeta dal Continente di plastica. Dopo cinque anni di test, da San Francisco il Maersk Launcher è salpato trainando l'avveniristica barriera galleggiante, concepita dall'ONG The Ocean Cleanup, per rimuovere l'oltre milione e mezzo di chilometri quadrati di rifiuti galleggianti tra Hawaii e California.

Qui il comunicato di Ocean Cleanup che annuncia l'avvio della missione.

Foto: The Ocean Cleanup
Il Maersk Launcher alla sua partenza da San FranciscoFoto: The Ocean Cleanup

"L'obiettivo a medio termine è dimezzare le dimensioni del continente di plastica in 5 anni"

"La nostra principale missione consiste al momento nel provare che il dispositivo funziona - dice Boyan Slat, Amministratore delegato e fondatore di The Ocean Cleanup -. Se tutto va bene, tra qualche mese riporteremo indietro i primi rifiuti. E se la tecnologia funziona ripeteremo l'esperienza con una sessantina di queste barriere galleggianti. La speranza è di rimuovere la metà del Continente di plastica entro cinque anni".

Un Pac-Man gigante (e galleggiante) che si mangerà i rifiuti per poi riciclarli

Dopo due ultime settimane di test al largo la barriera galleggiante System 001 entrerà in azione: lunga 600 metri e dotata di una rete che scende fino a 3 metri di profondità, opererà come quella che la stessa The Ocean Cleanup definisce una sorta di "Pac-Man gigante": si "mangerà" cioè tutti i rifiuti che troverà sulla sua strada, per riportarli a terra e poi permetterne un riciclaggio, con cui i promotori sperano di finanziare - almeno in parte - il seguito del progetto.

In questo video di The Oceans Cleanup l'animazione che illustra il funzionamento della barriera galleggiante
Via Twitter il link per seguire il tragitto in mare del System 001

Dalla pancia dei pesci a quella dei consumatore: il continente di plastica finisce nel piatto

Internazionalmente noto con l'acronimo GPGP (Great Pacific Garbage Patch), il "Continente di plastica" corrisponde a un ammasso di 1,8 trilioni di rifiuti, dall'estensione di circa 1,6 milioni di chilometri quadrati, che galleggia nell'Oceano Pacifico tra le isole Hawaii e la California. L'analisi della sua composizione riportata sul sito di The Ocean Cleanup rivela una schiacciante maggioranza di microplastiche (94%) e una forte presenza di reti da pesca, che da sole rappresentano il 46% del totale. Un primo concretto impatto della sua presenza si misura su specie marine, che confondono i rifiuti per cibo, ingurgitandoli e rischiando il soffocamento o rischiando di rimanervi impigliati. Le ripercussioni di questo fenomeno finiscono tuttavia per farsi sentire anche sull'uomo. Tramite un processo chiamato "bioaccumulazione", le particelle plastiche ingurgitate dalle specie marine vengono assorbite dal loro organismo e poi, a sua volta, da quello dei loro predatori, finendo così per risalire la catena alimentare fino al "consumatore finale". Perdite per la pesca e costi per la ripulitura e il contenimento dei danni ambientali prodotti dal "Continente di plastica" sono stati stimati dalle Nazioni Unite nell'equivalente di oltre 11 miliardi di euro.

Dimensioni, composizione e implicazioni per uomo e pianeta: la scheda di The Oceans Cleanup sul continente di plastica

Foto: Francis Perez
Una tartaruga rimasta intrappolata nelle reti da pescaFoto: Francis Perez
Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Repubblica Democratica del Congo: preoccupa l'inquinamento da estrazione petrolifera

L'inquinamento da plastica degli oceani al centro del vertice del Wto

La fake news di Milano terza città più inquinata al mondo