Jan Albrecht: "Stiamo esportando il nostro modello di proiezione dei dati

Jan Albrecht: "Stiamo esportando il nostro modello di proiezione dei dati
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Di Damon Embling
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L'europarlamentare verde, paladino della proiezione dei dati personali su internet, è ottimista sul futuro delle nuove norme europee, il Gdpr.

Jan Albrecht si è dato una missione. L'europarlamentare tedesco dei verdi, vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, ha guidato la carica nella lotta per la protezione dei dati che ha portato alle nuove norme che diventeranno operative a fine mese, il regolamento generale dell'Unione europea sulla protezione dei dati o Gdpr. Si tratta di una vera rivoluzione.

Le nuove norme regolano il modo in cui **le aziende raccolgono, archiviano e utilizzano i dati personali degli utenti. **Dati come nomi, foto, indirizzi email e post sui social media.

Gli utenti stessi avranno più facilmente accesso ai dati detenuti su di loro dalle aziende e il loro consenso al trattamento dei dati dovrà essere richiesto in forma chiara.

Per chi non rispetta il regolamento sono previste multe fino al 4 per cento del fatturato.

Allora, considerati anche gli ultimi scandali sull'abuso dei dati personali, che impatto avranno le nuove norme? 

I dati, "petrolio del ventunesimo secolo"

Damon Embling, euronews: Il commercio di dati e informazioni è stato definito il petrolio del ventunesimo secolo, il business che sta facendo arricchire i grandi operatori economici. Lei è d'accordo?

Jan Philipp Albrecht, eurodeputato dei Verdi: "Direi che l'analogia fra dati e petrolio non è perfetta, ci sono differenze, ma naturalmente c'è una parte di verità. Mentre il petrolio sta scomparendo dal nostro modello industriale, abbiamo a che fare sempre più con modelli di business basati sui dati, e molti prodotti innovanti si basano sullo sfruttamento dei dati. Che possono essere dati personali o non personali, ma nel primo caso naturalmente questo ha un impatto sulla vita di tutti".

euronews: Queste norme sui dati, il Gdpr, a prima vista sembrano un'ottima idea per tutti noi. Ma nel farle passare, negli anni in cui ci avete lavorato sopra, avete incontrato resistenze, vero?

Jan Albrecht: "Sì, è una questione molto sensibile. Molti vorrebbero meno regole, altri ne vorrebbero di più. Penso che alla fine abbiamo trovato un buon compromesso, se non addirittura una situazione vincente per tutti, perché in questo modo creiamo un alto livello di fiducia fra i cittadini nella digitalizzazione, nei nuovi prodotti e nelle nuove tecnologie, che possono essere affascinanti ma anche molto rischiosi, e allo stesso tempo uniformiamo gli standard, non avremo più 28 standard diversi, e poi creiamo opportunità per l'utilizzo dei dati in futuro, e questo è importante".

euronews: Allora, prendiamo un utente medio nell'Unione europea. È in giro con il suo smartphone, è sul suo computer ogni giorno, controlla le sue email, posta sui social media e consulta varie pagine. Finora come sono stati usati i suoi dati in questo senso?

Jan Albrecht: "In modo caotico. C'erano già prima naturalmente molte pratiche, tutte diverse, su come usare i dati personali, come informare i clienti e rispettarne i diritti. Abbiamo regole di protezione dei dati da molti anni, ma sono state abbastanza ignorate nella pratica, soprattutto online".

euronews: Ci faccia un esempio di come i nostri dati sarebbero usati se postassimo qualcosa sui social media, quale sarebbe la differenza ora con le nuove regole. In che modo saremmo più protetti?

Jan Albrecht : "Il maggiore progresso per i consumatori è che ci dev'essere più trasparenza: se uso i dati personali di un consumatore, devo assicurarmi che lui sappia che li sto usando per un determinato scopo, che li cedo a terzi eccetera. Questo è importante perché altrimenti l'individuo non può realmente esercitare diritti fondamentali come quello dell'accesso o della cancellazione dei dati. E sì, ci sarà da lavorare per spiegare come saranno usati questi dati"

"Impossibile eludere le nuove norme in Europa"

euronews: Facebook, che ha la sua sede internazionale in Irlanda, sta modificando i suoi termini di servizio per sottrarre gli utenti non europei alle nuove norme del Gdpr. Altre imprese cercheranno di eludere le regole. Come si può impedire?

Jan Albrecht: "Almeno all'interno dell'Unione europea non possono più eluderle. Il fatto stesso che Facebook dica che le sue attività in Argentina non cadono sotto il diritto europeo dimostra che la legislazione europea ora va applicata, ed è per questo che si spostano all'estero con questi servizi. Ma penso che i consumatori in Argentina, o anche negli Stati Uniti - e lo vediamo già - sarebbero sorpresi di vedere che Facebook è pronta a proteggere la privacy degli europei ma non la loro. Non penso che resisterà a lungo".

"Dobbiamo essere più responsabili"

euronews: Le nuove norme introducono obblighi per la richiesta del consenso da parte delle compagnie. Ma questo non significa che la quantità di dati raccolti si ridurrà, giusto?

Jan Albrecht: "Dobbiamo assicurarci che non ci siano più dati elaborati e raccolti su di noi di quanto sia necessario".

euronews: Ma pensa che i dati raccolti da queste compagnie si ridurranno?

Jan Albrecht: "Penso che ogni individuo potrà controllare meglio e ridurre il flusso di dati".

**euronews: Molti non leggono le clausole quando navigano in rete, vogliono solo guardare qualcosa e cliccano su "ok". Come si può evitare questo? **

Jan Albrecht: "Il punto è che se c'è un'opzione, è quello il solo momento in cui ho la possibilità di intervenire".

euronews: Bisogna essere più responsabili?

Jan Albrecht: "Sì, penso di sì, nessuna legge può proteggerci da noi stessi. Se mi proteggo posso controllare i miei dati, bisognerebbe fare così. Dobbiamo esercitare i nostri diritti".

"Molte compagnie nel resto del mondo stanno adeguando i loro standard a quelli europei"

euronews: C'è il rischio che le economie europee possano perdere posti di lavoro e imprese, che potrebbero andarsene a causa di queste regole così rigide. È un grosso timore?

Jan Albrecht: "Non credo. A parte Facebook molte compagnie nel mondo stanno decidendo di adeguare i loro standard a quelli europei, perché se funzionano qui funzionano ovunque. Per cui stiamo esportando il nostro modello di privacy e protezione dei dati, e le compagnie che si stanno già adeguando qui in Europa sono molto in vantaggio nel vendere i loro prodotti in alternativa a Facebook o altri".

euronews: Ma state burocratizzando di più le loro vite, e stanno spendendo molto per implementare le nuove regole...

Jan Albrecht: "Quando si fanno nuove regole, soprattutto quando si armonizzano le regole europee sostituendo le nazionali, c'è sempre un periodo di adattamento".

euronews: I recenti scandali hanno messo in luce la vulnerabilità dei cittadini europei. Perché queste norme non sono arrivate prima? Le imprese l'hanno fatta franca per tutto questo tempo?

Jan Albrecht: "Sì, per anni le regole di protezione dei dati non sono state applicate, perché c'erano delle scappatoie. Ad esempio in alcuni paesi come l'Irlanda le autorità erano molto deboli, e alcune compagnie si nascondevano lì".

euronews: Ma perché l'Europa le lasciava fare?

Jan Albrecht: "Perché era solo una direttiva: ogni Stato membro implementava e applicava la legge in modo diverso, per cui bastava che l'ufficio legale di un'azienda trovasse la scappatoia. Dovevamo mettere fine a questa situazione".

Il futuro della privacy negli Usa

euronews: Guardando al futuro, pensa che queste norme saranno riprese altrove? Penso agli Stati Uniti, ad esempio.

Jan Albrecht: "Penso che il 68 o il 69 per cento dei consumatori americani chieda un tipo di protezione simile, e se fanno molta pressione..."

euronews: Ma c'è la volontà politica?

Jan Albrecht: "Al Congresso ci sono diverse proposte sul tavolo, quindi il dibattito non è chiuso. Al contrario, stanno solo cominciando, noi siamo i primi al mondo a stabilire un vero standard".

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