Trump difende la scelta di licenziare il capo dell'FBI, titolare dell'inchieste su _Mailgate_ e _Russiagate_

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Di Euronews
Trump difende la scelta di licenziare il capo dell'FBI, titolare dell'inchieste su _Mailgate_ e _Russiagate_

Donald Trump difende la scelta di licenziare James Comey, discusso capo dell FBI, titolare dei dossier caldi che hanno imbarazzato tanto i repubblicani quanto i democratici americani.

Per l’amministrazione USA il licenziamento sarebbe da attribuire al comportamento di Comey durante il cosiddetto mailgate che travolse l’ex segretario di Stato Hillary Clinton durante la campagna elettorale.

“Comey aveva perso la fiducia di tutti a Washington, repubblicani e democratici, quando le acque si saranno calmate mi ringrazieranno.. ha twittato il presidente Trump, che ha annunciato la nomina, a breve, di un nuovo direttore, capace, dice, di restituire lo spirito e il prestigio al Federal Bureau”

Ma per i democratici le vere ragioni del licenziamento risiedono nell’indagine dell’ Fbi sulle possibili collusioni tra la campagna di Trump e la Russia.

Per DIMITRIPESKOV, PORTAVOCEDELPRESIDENTEPUTIN, “Speriamo che non ci siano ripercussioni sulle relazioni tra i nostri due Paesi. Si tratta di una scelta che spetta al Presidente degli Stati Uniti che non ha, e non deve avere, nulla a che fare con la Russia”

Comey aveva testimoniato il 3 maggio davanti al Senato sul mail gate, ma era allo stesso tempo alla guida dell’indagine sui legami intrattenuti dall’equipe della campagna elettorale di Trump e la Russia, uno scandalo già costato il posto di Consigliere alla Sicurezza al Generale Flynn.

Le ragioni ufficiali alla base del licenziamento, elencate in una nota che il vice ministro della Giustizia, Rod Rosenstein, ha consegnato al ministro Session, riguarderebbero il comportamento di Comey durante l’inchiesta sul mailgate, lo scandalo delle email che Hillary Clinton trattava attraverso il proprio indirizzo di posta personale anziché quello istituzionale quando era Segretario di Stato. In particolare pare che a costergli il posto siano stati due episodi: il 5 luglio del 2016, quando Comey annuncio’ la chiusura dell’inchiesta sulla Clinton con una conferrenza stampa ritenuta quanto meno irrituale da Rosenstein. Il 28 ottobre, invece, a soli 11 giorni dal voto, Comey aveva annunciato la riapertura dell’ inchiesta a causa del ritrovamento di nuove mail sul pc di una collaboratrice, creando un enorme polverone senza che l’inchiesta, in seguito, portasse a nulla.