Un’operazione senza precedenti quella lanciata in Siria dall’esercito turco.
Un’operazione senza precedenti quella lanciata in Siria dall’esercito turco.
L’obiettivo dichiarato: riprendere Jarablus, la città in mano ai jihadisti dell’Isil.
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Ma cacciare l’organizzazione terrorista dalla cittadina alla frontiera con la Turchia non era il solo fine dell’operazione:
Après avoir pilonné les Kurdes qui tentaient de prendre Jarablus à l'EI, les Turcs attaquent la ville.Pour empêcher sa prise par les Kurdes?
— David Thomson (@_DavidThomson) 24 août 2016
Recep Tayyip Erdogan, presidente turco:
“Questa mattina il nostro esercito ha lanciato un’operazione contro Daesh e i membri del Partito dell’Unione democratica curda nel nord della Siria, forze che minacciano il nostro Paese e la nostra sicurezza”.
Dopo essere stata accusata di compiacenza nei confronti dell’Isil, Ankara adesso dichiara che il suo obiettivo è sradicare lo Stato islamico in Siria, non nasconde tuttavia di voler bloccare l’avanzata dei curdi siriani.
Nurşin Ateşoğlu Güney, Università di Yildiz Technical:
“La Turchia sta cercando di sostenere in ogni modo il Libero esercito siriano, le forze moderate che dovrebbero rimpossessarsi di Jarablus cacciando Daesh prima che lo facciano i curdi del Partito dellUnione democratica curda. Questo è in realtà il vero obiettivo della Turchia”.
Drôle de guerre.
— Bahar Kimyongur (@Kimyongur) 24 août 2016
Les milices djihadistes pro-Erdogan conquièrent la ville de Jarablus sans que l'EI n'oppose de véritable résistance.
Lo scorso 12 agosto i curdi siriani liberarono la cittadina di Minbej, l’avanzata delle forze curde verso Jarablus era a questo punto una semplice questione di tempo.
Da qui l’offensiva lanciata da Ankara questo mercoledì.
Il timore della Turchia è quello che le milizie curde siriane, che accusa di essere affiliate agli autonomisti curdi turchi del Pkk, possano saldare i loro territori nel nord della Siria arrivando a controllare centinaia di chilometri lungo la frontiera turca.
In nome dell’integrità territoriale siriana, ma soprattutto in nome dell’integrità territoriale turca Erdogan porta la guerra oltre confine. E cerca alleati.
In questo scenario si inserisce l’incontro, tenutosi questo martedi, tra Erdogan e il presidente del Kurdistan iracheno Massoud Barzani.
E mentre la distanza con gli Stati Uniti (che non vogliono estradare Fethullah Gülen) si allarga, la Turchia cerca una nuova dimensione, anche sul piano diplomatico: sembra prendere piede nella regione una triplice allenza tra Turchia, Russia e Iran la cui priorità, al momento, è risolvere il conflitto siriano.