A Idomeni, piccolo paese al confine tra Grecia e Macedonia, dopo la chiusura della rotta balcanica è nato un campo profughi nel quale 12 mila persone
A Idomeni, piccolo paese al confine tra Grecia e Macedonia, dopo la chiusura della rotta balcanica è nato un campo profughi nel quale 12 mila persone vivono da mesi al freddo, al caldo e nel fango.
Tutti sperano di riuscire a partire, ma la speranza principale, quella di riuscire a entrare in Europa, resta una chimera.
“Il confine è chiuso, siamo senza cibo, niente da mangiare”.
Oltre ai volontari delle cucine da campo, ai medici e agli infermieri, nella tendopoli lavorano anche clown e animatori, convinti che strappare un sorriso a un bambino sia già un risultato.
“Finora non si vede quale futuro possano avere. Per questo è importante che possano pensare ad altro, ad impartare qualcosa, a studiare”.
A dare una mano a Idomeni volontari provenienti da molti paesi: per molti è questa la vera Europa, non quella delle barriere e del filo spinato.
“Non possiamo cambiare le cose, ma possiamo stimolare la loro energia, farli ridere. Credo sia importante, hanno bisogno di ridere”.