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La rivoluzione verde di Obama

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Obama ha deciso di rompere gli indugi: sarà lui il presidente che renderà gli Stati Uniti ecosostenibili. Dopo l’enciclica di papa Francesco sulla

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Obama ha deciso di rompere gli indugi: sarà lui il presidente che renderà gli Stati Uniti ecosostenibili.
Dopo l’enciclica di papa Francesco sulla preservazione del pianeta e soprattutto in vista della conferenza Onu sul clima di Parigi, a novembre, arriva la rivoluzione americana sul clima.
Basta dipendenza dall’energia fossile, entro il 2030 tutto deve cambiare.
La tabella di marcia che annuncia l’inquilino della Casa Bianca è più ambiziosa rispetto a quella avanzata l’anno scorso dall’agenzia federale per l’ambiente.

Preso come anno di riferimento il 2005, le emissioni di gas a effetto serra saranno ridotte del 32%, entro il 2030. (L’agenzia federale prevedeva una riduzione più contenuta pari al 30%).

L’obiettivo è di ridurre nelle centrali elettriche il consumo di carbone, che oggi produce il 39% di elettricità e che nel 2030 dovrà produrre il 27% .

L’uso del gas, che inquina meno, traghetterà gli Usa verso l’universo delle rinnovabili.

L’eolica e la solare dovranno produrre entro il 2030 il 28% dell’energia consumata oltre Atlantico.
Gli ambientalisti europei storceranno il naso, ma Obama incoraggia con stimoli fiscali anche l’energia nucleare. (Le centrali di nuova generazione, in costruzione in tre Stati, emettono gas serra pari a 0).

La battaglia sarà dura. Obama non aveva ancora annunciato il suo piano, che il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnel, inviava ai 50 Stati americani una lettera contro il piano energetico del presidente.
Senza contare l’opposizione delle grandi compagnie petrolifere e degli Stati produttori di carbone.

Obama può contare sull’appoggio degli ambientalisti di tutto il mondo e a settembre vedrà papa Francesco, la cui enciclica ha preceduto la grande apertura di Barack.

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