Speculazione finanziaria e debito, i fantasmi del voto greco

Speculazione finanziaria e debito, i fantasmi del voto greco
Di Euronews
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La Grecia si affaccia al 2015 con una sola parola d’ordine: cambiamento. Da oltre 4 anni il Paese vive al ritmo di una crisi continua. Non soltanto

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La Grecia si affaccia al 2015 con una sola parola d’ordine: cambiamento. Da oltre 4 anni il Paese vive al ritmo di una crisi continua. Non soltanto economica, ma sempre più spesso politica. I partiti tradizionali faticano a ottenere il consenso dell’opinione pubblica, sfiancata da anni di austerità.

Il fallito accordo parlamentare per l’elezione di Stavros Dimas alla Presidenza della Repubblica apre una nuova fase turbolenta. Alle elezioni anticipate di fine gennaio è data per scontata la vittoria di Syriza.

E’ quello che i sondaggi si aspettano. Ma anche molti cittadini. Non tutti in modo positivo. “Con queste elezioni ci troveremo di nuovo ad affrontare un periodo difficile, senza averne benefici. Nessun partito è in grado di governare da solo” ammette un cittadino di Atene, mentre un altro residente della capitale crede in Syriza e nel suo programma politico:“Il Paese si libererà finalmente di queste persone che negli ultimi quattro anni ci hanno dissanguati”.

Se il partito della sinistra radicale riuscirà a vincere davvero, ottenendo una larga maggioranza di voti la battaglia di Atene si sposterà a Bruxelles. Il partito promette: in vista non c‘è l’uscita dall’euro.

Ma quasi sicuramente la ridiscussione del debito. Oggi al 175% del Pil e anche l’annullamento di alcune riforme, che se hanno riportato il Paese sulla strada della competitività, lo hanno fatto a costi sociali pesantissimi.

“Syriza, così come la democrazia, non è una minaccia né per il Paese, né per l’Europa. Nell’ultimo anno la Grecia è stata scelta come cavia per le misure di austerità” dichiara Alexis Tsipras“Abbiamo chiaramente dimostrato che l’austerità è stata un fallimento, una vera catastrofe”.

L’effetto Tsipras, però, preoccupa i mercati internazionali e quei Paesi che a oggi possiedono migliaia di titoli pubblici greci, che domani potrebbero valere meno della spazzatura.

“Credo che una volta al governo Syriza giungerà ad alcuni compromessi. Nei fatti si rivelerà un partito molto diverso da come si è presentato fino a ora” ammette Chris Beauchamp, analista finanzario presso la IG “E’ successo già in altri casi. Una volta che ci si trova al potere le cose cambiano rispetto a quando sei all’opposizione. Per questo non sono preoccupato, anche se l’Eurozona ne risentirà comunque”.

In caso di vittoria Tsipras annuncia di voler chiedere la cancellazione del valore nominale del debito, che per Syriza dovrebbe essere ripagato dalla crescita accumulata e non dal bilancio pubblico.

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