Malala e Satyarthi eroi dei diritti, due Nobel contro l'ignoranza

Malala e Satyarthi eroi dei diritti, due Nobel contro l'ignoranza
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Di Salvatore Falco
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I due vincitori del premio Nobel per la Pace sono uniti da un obiettivo: la lotta per i diritti dei bambini. Malala Yousafzai, pakistana, si batte

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I due vincitori del premio Nobel per la Pace sono uniti da un obiettivo: la lotta per i diritti dei bambini. Malala Yousafzai, pakistana, si batte per il diritto all’istruzione delle bambine. Kailash Satyarthi, indiano, per l’abolizione del lavoro minorile. Un premio per due paesi fratelli, ma nemici. Tanto che i primi ministri di India e Pakistan non partecipano alla cerimonia di assegnazione.

A 17 anni, Malala è la più giovane vincitrice di sempre del Premio Nobel. All’età di 14 anni ha sfidato, attraverso le pagine del suo blog, i talebani del Pakistan che vogliono le bambine fuori dalle scuole. Da quel giorno è diventata il loro più grande nemico.

Il 9 ottobre del 2012, un gruppo di uomini armati assalta il suo scuolabus che attraversa la valle dello Swat e Malala viene colpita alla testa e al collo da un fondamentalista. Riesce a sopravvivere e viene trasferita nel Regno Unito, in un ospedale di Birmingham, che diventerà la sua nuova casa.

Malala diventa un’icona in Asia meridionale, dove 17 milioni e mezzo di bambine non vanno a scuola. “Un bambino, un insegnante e un libro possono cambiare il mondo”, disse dal podio delle Nazioni Unite.

“Il mondo dovrebbe affrontare seriamente la questione, perché questi bambini hanno bisogno del nostro aiuto – ha ripetuto in più occasioni la bambina che ha sfidato il fondamentalisto – Se pensiamo che non ci riguarda, commettiamo un errore. Se non fermiamo la guerra, questa si diffonderà. Se non fermiamo il terrorismo, questo si diffonderà e potrà colpire chiunque nel mondo”.

La lotta per i diritti umani in un continente, l’Asia, grande quanto le sue contraddizioni ha premiato con il Nobel per la Pace anche Kailash Satyarthi. In trent’anni, la sua associazione ha permesso di liberare almeno 80.000 bambini indiani dalla schiavitù.

“In molti paesi la tratta è aumentata – denuncia l’ex ingegnere elettronico, che ha lasciato una carriera per sposare la sua causa – La domanda di manodopera docile e a basso costo per lavori domestici, di manodopera docile e non pagata per le catene di montaggio cresce in molti settori e in tutto il mondo. Ed è per questo che l’abolizione della schiavitù infantile deve essere la priorità assoluta”.

Da presidente della Marcia globale contro il lavoro minorile, Satyarthi calcolò che basterebbero tre giorni di spesa militare mondiale, pari a 11 miliardi di dollari, per far sparire la piaga del lavoro minorile attraverso l’istruzione per 246 milioni di bambini lavoratori.

Reagì alla comunicazione del Nobel con poche parole: “Per secoli questi bambini non hanno avuto né voce, né volto. Il premio Nobel li ha finalmente riconosciuti”.

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